«Se un giovane vale, a Varese esplode Bene l’approccio, il Betti e il mio Lele»

Nove stagioni al Varese non si dimenticano. Soprattutto se coincidono con un’entusiasmante scalata dalla D alle soglie della serie B (mancata per un soffio nel 2000, playoff persi col Cittadella). Stefano Capozucca sabato pomeriggio era al Franco Ossola a seguire Varese-Trapani: un ritorno a casa per l’ex direttore biancorosso, oggi uomo mercato del Genoa.

«Tornare a Varese è sempre un’emozione per me – conferma il dirigente – Qui ho trascorso nove anni speciali e ho lasciato tanti amici. Non sarà mai un posto come tutti gli altri. E visto il risultato posso dire di aver portato fortuna, no?».

Pensavo di vedere all’opera Miracoli, che è in comproprietà tra Varese e Genoa. Ma il ragazzo è entrato solo a partita in corso. So che è reduce da un infortunio e ci vorrà un po’ di tempo perché torni al top. Ci saranno comunque altre occasioni per osservarlo da vicino.

In partite così, è sempre difficile distinguere i meriti dell’uno dai demeriti dall’altro. Il Trapani è venuto a Masnago con la mentalità sbagliata, pensando che fosse tutto semplice. Ma nel calcio di partite semplici non ce ne sono.

Mi ha colpito l’approccio, il grande temperamento di questi ragazzi. Sono partiti subito alla grande e hanno saputo riprendersi dopo quel momento difficile nella ripresa.

Nel calcio l’aspetto mentale è determinante. Guardate cos’è successo all’Inter contro il Cagliari: quando manca la concentrazione diventa tutto molto difficile.

Era inevitabile che dopo la partenza di un giocatore come Lazaar il Varese potesse perdere qualcosa in quella zona del campo.

Ma bisogna avere pazienza: sei partite sono poche per trarre conclusioni. Occorre saper aspettare la maturazione di qualche ragazzo, fermo restando che, se ciò non dovesse accadere, si può sempre rimediare al mercato di gennaio.

Per un giovane giocatore, Varese è l’ambiente ideale: tranquillità e serenità non mancano. E anche in città si vive bene. Perciò le condizioni per esprimersi su buoni livelli ci sono tutte. Poi ovviamente sta al giocatore dimostrare sul campo le proprie qualità. Ma a Varese le premesse per rendere ci sono tutte.

Di facile non c’è mai nulla, ma il Varese ha tutto per salvarsi.

La fiducia della società se l’è guadagnata sul campo negli scorsi playout col Novara. A chi pensa che sia inesperto dico che l’esperienza si fa sul campo, e lui la sua opportunità se l’è conquistata. Se la società l’ha messo lì, vuol dire che ha le qualità per starci.

Lele è stato il primo giocatore che ho ceduto da dirigente del Varese: l’avevamo dato al Brescia. In pratica lo conosco da quando era piccolo. Sta affrontando questa sua prima esperienza da ds con molto entusiasmo. E può contare su un collaboratore navigato come Beppe Cannella, che sarà per lui un’ottima guida.

Come sempre lunga e difficile, con tante sorprese dietro l’angolo. Credo che la squadra più accreditata per salire in A sia il Livorno, che rispetto all’anno scorso ha cambiato poco e ha acquisito esperienza. Non è partito alla grande, è vero, ma anche il Palermo nella scorsa stagione ha iniziato così così: poi ha preso il giusto passo e non si è fermato più.

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