«Se vince la sinistra Baroudi è sindaco»

I lumbard fanno le barricate e difendono Binelli. «Revocarlo? No, rivendichiamo ciò che ha detto». Il caso-Islam alza i toni: «Minoranza incarognita»

– «Il prossimo sindaco di Varese? Se vince il centrosinistra, sarà musulmano».
Il segretario cittadino della Lega Nord interviene polemico sulla richiesta di dimissioni, avanzate da Pd, Sel e Movimento 5 Stelle, nei confronti dell’assessore all’Urbanistica , “reo” di aver rilasciato dichiarazioni non proprio politicamente corrette sui fatti di Parigi.
«La Lega Nord Varese non solo difende, ma rivendica le dichiarazioni dell’assessore Binelli” – dichiara Pinti – La minoranza in Comune è la principale responsabile di un dibattito politico locale sempre più incarognito, che si aggrappa alle parole per tentare di suscitare l’ennesima polemica sterile. Sempre lontana anni luce dai problemi reali delle persone».

E Pinti sottolinea anche che «l’ipocrisia settaria di chi critica a testa bassa Binelli, risalta ancora di più perché la Lega Nord è stata lasciata sola, nei giorni seguenti alla strage, a stimolare dalla comunità islamica di Varese una parola di condanna, pubblica e spontanea, di quanto avvenuto».
«Condanna che ancora aspettiamo, dal momento che la logica da opposti estremismi delle dichiarazioni recenti di , come democratici prima che leghisti, la rispediamo al mittente».

Il segretario leghista torna a criticare quello che secondo lui è stato il “silenzio” della comunità varesina.
«Nel giorno del massacro nella redazione di Charlie Hebdo sono state molte le comunità musulmane della provincia che, a differenza di quella di Varese, hanno condannato la violenza fondamentalista: gesti da apprezzare, anche se dovuti e irrinunciabili».
E quindi un consiglio provocatorio: «Se i musulmani di Varese vogliono integrarsi davvero con la città rottamino i loro portavoce che peraltro sono sempre gli stessi da dieci anni».

E quindi una “stoccata” all’opposizione.
Ai cui esponenti Pinti manda un invito, quello ad andare «in libreria dove da oggi sarà disponibile il romanzo Soumission”, in cui lo scrittore francese Houellebecq immagina una Francia del 2020 guidata da un premier musulmano, capace di conquistare il potere grazie ai capitali degli emirati e alla sottomissione della classe digerente locale».
«Non è poi così ardito trasportare la stessa suggestione in salsa varesina – conclude il segretario leghista – Immaginando uno scenario in cui Samir Baroudi vince le primarie grazie al voto islamico (il voto degli immigrati marocchini pare sia stato determinante nella recente sconfitta di Cofferati in Liguria) e diventa sindaco. In giunta una cadreghina per Mirabelli, Cordì e Cammarata (tu quoque) si troverà».
Sulla richiesta di dimissioni di Binelli interviene anche il coordinatore cittadino di Forza Italia e di Liberi per Varese , che difende l’assessore.
«Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni – dice Puricelli – poi è possibile non condividerne le modalità o le opinioni stesse. Tuttavia, sembra proprio che l’opposizione voglia strumentalizzare e fraintendere le sue parole».
E sulle similitudini rispetto al “caso Clerici”, ovvero alla cacciata dalla giunta dell’ex assessore di Fi dopo che aveva espresso commenti pesanti contro una manifestazione dell’Anpi, Puricelli sottolinea: «Le modalità sono diverse».

Ma lo stesso Clerici interviene. «L’opposizione varesina è intrisa di giacobinismo e moralismo – dichiara – soprattutto di un liberalismo a intermittenza. Io non mi sognerei mai, e penso nemmeno Binelli, di chiedere le dimissioni di un esponente pubblico per le sue opinioni».
«Le criticherei e lo attaccherei, ma non le dimissioni. La verità è che chi critica in questo modo le opinioni degli altri non ha un’idea per la città. A Varese non c’è una sinistra vera e aperta. In ogni caso, sono sicuro che Binelli sarà difeso dal suo partito».