Sea Handling, rischio spezzatino Ma i sindacati si oppongono

Una mezza discesa, ma la strada rimane in salita. L’approvazione del bilancio 2012 consente a Sea Handling di non portare i libri in tribunale. Ma c’è una società con un disavanzo di circa 5 milioni , cui si aggiungono i 10 milioni a bilancio 2011, che andrebbe ricapitalizzata. Impossibile farlo, però: la commissione europea non lo consentirebbe. «Rischiamo di trovarci, tra meno di un anno, in una condizione difficilissima derivante dall’impossibilità di ricapitalizzare. Senza dimenticare il rischio all’ esito negativo del ricorso che Stato, Comune e Sea hanno presentato contro il provvedimento europeo», annota Stefano Malorgio (Filt Cgil Milano).

Significa, allora, dover riconsiderare il perimetro aziendale e la possibilità di vendita? In altre parole: seguire la soluzione dello smembramento e dello spezzettamento delle varie attività di handling da cedere a più soggetti. «Non si parli della soluzione “spezzatino”», sbotta il segretario generale regionale della Filt Rocco Ungaro. «Se questa viene considerata la via più semplice, non ci trova assolutamente d’accordo. Ci batteremo fino in fondo perché non avvenga».

E ancora, sotto metafora: «Perché SeaH deve essere ammazzata per essere passata col rosso e le altre società di handling in Europa non hanno trovato neanche semafori sul loro cammino? Qui nessuno ha rubato soldi all’Ue, non siamo mica alla truffa delle quote latte». Si attende perciò il “peso” della

politica. «Il Governo intervenga nei confronti della Ue affinché si determini un cambiamento di atteggiamento e si adotti una soluzione alternativa che tuteli le dimensioni industriali dell’azienda e una buona e piena occupazione nel perimetro di Sea». La commissione europea chiede discontinuità economica dell’azienda e diminuzione del numero degli occupati.

«Lo dice la Ue», incalza Liviano Zocchi (Uiltrasporti regionale), «noi non siamo convinti che abbia ragione». Se non si trovasse una soluzione per salvare Sea Handling nel suo insieme, «perché non considerare due società con gli stessi principi, due linee di attività come avevamo preparato qualche anno fa per dare un servizio completo ad Alitalia (linea A) e un altro agli altri vettori (linea B)».

«Siamo contrariati dalla mancanza di confronto tra sindacato e azienda da febbraio ad ora» dice Dario Grilanda, segretario generale Fit Cisl Varese. «Restiamo disponibili al confronto, ma bisogna essere in due». Non è più il tempo del de hubbing quando azienda e organizzazioni sindacali avevano intrapreso un percorso insieme.

© riproduzione riservata