Malpensa – Nuovo piano industriale Sea per i quattro anni che verranno. E avanti tutta sulla strada della quotazione in Borsa della società di gestione aeroportuale, ancora possibile per fine novembre. Domani 27 settembre, il consiglio di amministrazione di Sea esaminerà il nuovo piano industriale da 500 milioni di euro di investimenti. Non cambia rotta, Sea. Il “vecchio” piano presentato a luglio del 2008 e ritarato, ma non modificato nella sostanza, per guardare fino al 2030, rimane lo stesso. Ora però, si mette la lente di ingrandimento sul breve periodo, fino al 2016.Sono gli investimenti già noti, previsti da Sea: la conclusione dei lavori al terzo satellite, dove potrà
attraccare Emirates con il suo bolide dei cieli a due piani; nuove apparecchiature di volo e la terza pista che non va certo in cantina, ma resta programmata in previsione di tempi migliori nell’aumento del traffico a Malpensa. Le linee guida del piano industriale, anticipate da Bonomi ieri alle commissioni consiliari Bilancio e Aziende partecipate del Comune di Milano, nell’ambito della discussione sul processo di quotazione in Borsa deciso da Palazzo Marino, parlano di: un contenimento dei costi per 7,5 milioni di euro e un tasso di crescita medio annuo di passeggeri che andrà dal 3,1 per cento (2009- 2012) al 3,8 per cento (2012 – 2016).
A far salire i clienti di Malpensa saranno «i flussi sulle direttrici Middle East e Far East che avranno un incremento del 5 per cento, mentre sarà più contenuta la crescita su Europa e Italia per la debolezza della compagnie aeree del continente», ha affermato il presidente Sea. In netta ripresa il settore merci che salirà del 7 per cento con «un picco davvero consistente e sfidante nel 2015 e 2016», ha asserito Bonomi. Inoltre, «il nuovo sistema tariffario consentirà incrementi netti dei ricavi unitari medi per il settore “aviation” del 15 per cento che sosterranno i ricavi di tutto il gruppo». Quello che le compagnie aeree pagheranno per utilizzare lo scalo della brughiera, sarà assolutamente utile a Sea che da tempo reclama di essere ferma a tariffe al di sotto della media europea.
Più contenuti (+5 per cento) i numeri per il settore “Non aviation”, mentre per l’ handling «che è sottoposto a un’alta pressione competitiva, difenderemo la nostra quota grazie a un’importantissima opera di risanamento che abbiamo fatto», ha sostenuto Bonomi.«Con il “cash flow” e con il controllo del capitale circolante, potremo finanziare il programma di investimenti e sarà possibile finanziare anche una moderata politica di dividendi».
Nel frattempo, i consigli comunale e provinciale di Milano sono chiamati ad esprimersi, entro domani, sulla quotazione in Borsa di Sea. Il “no” secco dell’assessore Tabacci è storia passata. E il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo (FdS) potrebbe averla vinta, dati i tempi ancora possibili per arrivare a piazza Affari con un flottante inferiore al 25 per cento che permetterebbe al comune di mantenere la maggioranza del 50,1 per cento di azioni anche dopo l’Ipo. «I tempi per richiedere la deroga a Borsa Italiana per procedere alla quotazione di Sea anche con un flottante inferiore al 25 per cento ci sono», ha affermato Bonomi. Ore cruciali dunque per i Consigli.
Alessandra Pedroni
p.rossetti
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