«Sei diventato un vetrinista?» E Morandini s’infuria con Fendi

VARESE Morandini, architetto varesino di adozione, si infuria con Fendi. O, almeno, con le sue vetrine. Il motivo? Opere molto simili a quelle del progettista di piazza Monte Grappa sono state esposte nelle vetrine dei negozi che la casa di moda italiana ha in tutto il mondo. E Morandini si sfoga: «Tutto questo è umiliante». Da Venezia fino a Dubai, le vetrine di Fendi espongono opere che Morandini definisce molto simili alle sue, senza tuttavia esserlo. I tratti distintivi dell’artista, architetto ma anche scultore, sono l’utilizzo di colori, del bianco e del nero, e dei materiali, legno e plexiglas, inconfondibili. Lavori unici che hanno reso la sua fama internazionale e che quindi sono impossibili da imitare. Tanto che quando i suoi estimatori le hanno viste esposte come contenitori di abiti e accessori della casa di moda,

lo hanno contattato per avere spiegazioni. «Mi ha scritto dapprima Silvio Fuso, il direttore del Museo Ca’ Pesaro di Venezia – racconta Morandini – Diceva di avere visto le mie opere, che avevo esposto qualche tempo prima da lui, nella vetrina di Fendi in piazza San Marco. Mi chiedeva conferma del fatto che fossero realmente mie e come avessi potuto abbassarmi a tanto». «È inaccettabile – prosegue – Ci sono di mezzo il mio lavoro e la mia professionalità. Mi scrivono estimatori chiedendomi se sia diventato un vetrinista». Fosse stato un singolo episodio e una singola segnalazione, forse Morandini avrebbe anche lasciato perdere. La situazione invece ha raggiunto proporzioni mondiali. La casa di moda per il momento non interviene. Abbiamo cercato di contattarla ma le procedure interne per raggiungere la responsabile delle comunicazioni sono lunghe.

Il servizio completo sul giornale in edicola mercoledì 27 marzo

s.bartolini

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