Luino – Lite sul Festival della Comicità: il tribunale di Varese assolve l’ex sindaco Gianercole Mentasti.
Mentasti non diffamò il comico luinese Francesco Salvi definendolo “millantatore e arruffapopolo” ma si limitò ad esercitare un legittimo diritto di critica. Anzi, di replica, visto che lo sfogo dell’ex primo cittadino, assistito dall’avvocato Paolo Bossi, era arrivato dopo l’invettiva del cabarettista organizzatore, con Checco Pellicini, di quella prima edizione del festival che avrebbe dovuto riportare “a casa” la miglior comicità nata e cresciuta nella cittadina del Verbano e, in prima battuta, avere anche una diretta su RAI2.
I fatti risalgono al luglio 2007; Salvi, ad un certo punto, dichiarò che «il Comune di Luino ha fatto di tutto per ostacolarci nell’organizzazione del festival», aggiungendo che «ci avevano promesso un tendone da migliaia di posti e ci ritroviamo con una mini-tendina da tre posti».
Salvi, infine, lasciò intendere che Luino sotto il profilo della cultura ebbe a vivere «epoche migliori» aggiungendo di voler trasferire la seconda edizione a Lugano. Mentasti aveva replicato di aver letto «con dispiacere le parole di Salvi. Non lo conosco e non lo voglio conoscere, il Comune ha fatto di tutto per sostenere il festival».
L’ex sindaco aveva aggiunto: «Se non conosce le cose si informi, se le conosce è un bugiardo», chiudendo con un Salvi definito «millantatore e arruffapopoli che non potrà decidere dove si terrà la seconda edizione del festival; e certamente inviteremo comici più comici di lui». E il cabarettista aveva sporto querela. Ieri la sentenza che assolve Mentasti (che ha precisato come quell’anno Luino investì più di 500mila euro nel settore cultura) e che al termine dell’udienza ha dichiarato: «Mi ero già scusato all’epoca con Salvi. Oggi gli rinnovo le mie scuse sincere».
S. Car.
p.rossetti
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