Sentirsi meglio: ascoltare l’orecchio ci aiuta

In primo piano - Problemi di udito per circa dieci milioni di italiani. Un disagio che può avere più cause

Sono molte, in Italia, le persone che sentono poco, soffrendo di ipoacusia (20% della popolazione). Questo significa che ci sono circa 10/12 milioni di persone che hanno un problema uditivo.L’ipoacusia riguarda soprattutto le persone anziane, ma non solo. Più della metà di coloro che soffrono di ipoacusia presenta disturbi considerati lievi o moderati (cioè hanno perdite uditive da 25 a 40 dB). Queste persone, in ambiente silenzioso, dove parla una persona alla volta, comprendono tutto. Può sfuggire loro qualche parola. Però queste stesse persone, quando le condizioni d’ascolto non sono ottimali, presentano problemi di comprensione.

«La patologia legata alla perdita dell’udito è sottovalutata – spiega , audioprotesista di Progetto Udire – Questa sottovalutazione del problema è determinata dal fatto che molte volte c’è un adattamento fisiologico all’abbassamento dell’udito perché si tratta di un cambiamento lento e costante nel tempo al quale si tende ad abituarsi. La difficoltà è quella di far capire al paziente e ai familiari che c’è una differenza tra ciò che si sente e ciò che si capisce». Sul piano sociale è più importante la fascia degli ipoacusici medio – gravi che comprende circa un terzo di tutte le persone ipoacusiche. In Italia si tratta di circa due milioni di persone. Per sordità media o grave s’intende una ipoacusia da 40 a 70 dB di perdita sensoriale acustica. Queste persone hanno difficoltà a comprendere un discorso anche quando chi parla lo fa in ambiente silenzioso. In questi casi il ricorso alle protesi acustiche (o apparecchi acustici) è fondamentale. Esistono anche ipoacusici molto gravi: sono coloro che perdono oltre 70 dB nella media delle tre frequenze centrali. Vengono definiti sordi profondi coloro che hanno più di 90 dB di perdita uditiva. In questo sito è presente un articolo sui livelli di perdita uditiva.«L’abbassamento udito determina una limitazione alla capacità di comunicazione con le altre persone e mette a rischio le relazioni con gli altri – continuail dottor Turchi – Questo, a sua volta, determina una serie di conseguenze che si misurano in termini di disagio. Disagio dovuto al fatto, per esempio, che bisogna farsi ripetere in continuazione le parole, disagio che deriva dal fatto del sentirsi isolati rispetto alle alte persone: tutte conseguenze dell’abbassamento dell’udito che alterano la qualità della vita». Le cause dell’ipoacusia possono essere le più svariate, ma, nella stragrande maggioranza dei casi, i deficit uditivi sono provocati dalla morte (o degenerazione) delle cellule ciliate dell’orecchio interno (situate nella coclea). La perdita uditiva per effetto della sola età è un fenomeno complesso che comprende la degenerazione delle cellule acustiche, ma anche altri fenomeni. «L’età non è necessariamente il motivo per cui si ha un abbassamento dell’udito. Purtroppo negli ultimi 20 anni, la media di età a cui si riconosce un abbassamento dell’udito si è abbassata di 10-15 anni. Ora si registrano moltissimi casi intorno ai 60 anni».

La diminuzione dell’udito in conseguenza dell’età prende il nome di presbiacusia. «Ci sono altre condizioni che determinano questa malattia, perché di malattia si tratta. Ad esempio, il diabete, forme tumorali possono comportare un cambiamento capacità uditiva. Così come i problemi vascolari o le malattie infettive. Poi, esistono molte patologie uditive determinate dall’ambiente di lavoro rumoroso: gli 80 decibel sono il limite massimo di volume che un orecchio può sopportare. Se si lavora continuativamente e per periodi prolungati in ambienti di lavoro che superano gli 80 decibel, l’abbassamento dell’udito è inevitabile». Esattamente come L’abbassamento della vista, anche l’abbassamento dell’udito è una patologia che non può essere curata con i farmaci. «Quindi, così come succede per l’abbassamento della vista con l’utilizzo degli occhiali, anche nell’abbassamento dell’udito si utilizzano gli apparecchi acustici per compensare il danno uditivo e migliorare la qualità della vita di questa persone».
Il dott. Turchi precisa che nonostante la perdona dell’udito sia una malattia irreversibile, grazie ai supporti tecnologici acustici il problema può essere superato. «Bisogna aver voglia di tornare a sentire».