Il regista varesino Giacomo Campiotti si è assicurato un successo senza precedenti in tv con “Braccialetti rossi”, tanto che si lavora già alla seconda serie.
Lo dicono i numeri, anche se sono poco romantici: il fenomeno dei ragazzi del “watanka” ha conquistato gli italiani. Oltre 7 milioni e 200mila spettatori nell’ultima puntata della serie e oltre 194mila “like” sulla pagina di Facebook.
Proprio sui social si susseguono ancora i post di complimenti: c’è anche chi vorrebbe «Campiotti candidato al prossimo Oscar». Lui però tiene i piedi per terra: «È andata benissimo, al di sopra delle attese, per un prodotto che propone un tema difficile in modo coraggioso. Ma la soddisfazione va oltre i numeri: è la qualità che conta», dice. Una qualità che il regista misura nelle migliaia di lettere ricevute soprattutto dai ragazzi: «Persone profondamente colpite e che hanno
riscoperto valori. Ragazzi che raccontano di aver cambiato vita, altri che si sono resi conto della follia dell’uccidere. Trovo che anche la lettera pubblicata proprio su La Provincia di Varese nei giorni scorsi abbia colto nel segno: “Una volta tanto sono stati i ragazzi a insegnare qualcosa”. Questa serie ha restituito alla tv la sua funzione di servizio pubblico: chi l’ha vista,a cominciare da dottori e infermieri, non può più essere lo stesso di prima».
Carlo Degli Esposti ha dichiarato che la seconda serie è già in fase di scrittura: sarà girata nello stesso agriturismo in Puglia, con lo stesso regista, e crescerà con gli stessi ragazzi protagonisti delle prime sei puntate. «Certo, non si può non fare una seconda serie, ma non è facile. Deve essere qualcosa di speciale: la prima serie è stata un fenomeno sociale unico. Ci sono tante storie da raccontare, ma devono essere fatte bene, con la stessa qualità, e quindi non per forza gireremo quest’estate».
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