Serie A, da gennaio debutta il “fuorigioco semiautomatico”. Che cos’è e come funziona

Il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, ha annunciato che il sofisticato sistema che analizza la posizione degli arti dei calciatori incrociandoli con quella del pallone sarà adottato da subito.

Il fuorigioco semiautomatico debutta in Serie A all’inizio del 2023. “Siamo pronti ad applicare, anche in Italia come al Mondiale, il fuorigioco semiautomatico già dalla ripresa del campionato il prossimo 4 gennaio”, dice il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, ospite su Rai Italia. Casini ha anche anticipato alcuni elementi del progetto di riforma della Serie A che verrà presentato il prossimo 15 dicembre.

“Dopo la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale abbiamo sentito il dovere di esaminare lo stato dell’arte e proporre delle riforme che attraversano tutti gli ambiti: dal settore sportivo – per esempio migliorare la Var, migliorare i tempi effettivi – alla valorizzazione dei giovani, elemento qualificante della riforma”.

Cos’è e come funziona il fuorigioco semiautomatico

Il fuorigioco semiautomatico si poggia su una sofisticata tecnologia di ultimissima generazione, denominata “Limb-tracking technology” perché riguarda il tracciamento degli arti.

Grazie alle 10-12 telecamere installate sul tetto di ogni stadio, in grado di seguire la palla e tutti i calciatori rilevando 29 punti del corpo 50 volte al secondo, il sistema riporta al computer le esatte posizioni in campo. È possibile tracciare perfettamente la posizione degli arti di ogni giocatore, consentendo di decidere con maggiore tempestività l’entità di un fuorigioco.

I dati del tracciamento vengono inviati prontamente alla sala Var e nel giro di 20 secondi è possibile stabilire se una situazione di gioco sul filo dell’offside sia regolare o meno. Nessun automatismo, perché la decisione finale continua a essere presa dall’arbitro: combinando i dati di tracciamento degli arti e del pallone, e applicando l’intelligenza artificiale, la nuova tecnologia si limita infatti a offrire un segnale di fuorigioco automatico agli ufficiali video.

Questi ultimi validano la decisione proposta attraverso un controllo manuale sulla posizione calcolata degli arti del giocatore e poi informano l’arbitro. Ovviamente è sempre il direttore di gara a giudicare se il fuorigioco sia attivo o meno: “La tecnologia può tracciare una linea”, ha spiegato Pierluigi Collina, “ma la valutazione di un’interferenza con il gioco o con un avversario resta nelle mani dell’arbitro, a cui spetta sempre la decisione finale”.

La Fifa in occasione del mondiale ha spiegato che un ulteriore aiuto è fornito dal sensore di misura inerziale (IMU) inserito al centro della pallone (in Qatar l’Al Rihla, di Adidas). Il sensore invia dati sulla posizione 500 volte al secondo, permettendo un rilevamento molto preciso del punto in cui è stato calciato.

La sperimentazione è stata avviata nella Supercoppa Europea tra Real Madrid ed Eintracht Francoforte e in Champions League, per poi approdare in Qatar per i mondiali. Gli spettatori possono vedere in tv e dagli schermi dello stadio le animazioni 3D ricostruite, come sta accadendo al mondiale, con la massima trasparenza nelle decisioni. I dati raccolti, inoltre, vengono messi a disposizione di allenatori e medici per approfondire i loro studi sui movimenti in campo.