– Stipendi decurtati e gettoni di presenza dimezzati, la giunta e il consiglio comunale si adeguano alla normativa nazionale. «Ma in una città da 80mila abitanti la dignità del lavoro di consigliere comunale non può essere riconosciuto con un gettone da 32 euro a seduta» ammette il presidente dell’assemblea, Valerio Mariani (Pd). Risale a qualche giorno fa la determinazione del segretario generale di Palazzo Gilardoni sulla «rideterminazione degli emolumenti spettanti agli amministratori del Comune di Busto Arsizio», che rivede al ribasso le indennità di funzione di sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale, ma anche i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. In soldoni, come stabilito dalla normativa, un taglio del 10% rispetto ai massimali previsti per le città di popolazione tra i 50mila e i 100mila abitanti. «Dovevano già essere applicati – ammette il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani – ci saremmo già dovuti attenere prima, ma i nostri precedenti amministratori non avevano ritenuto di doverlo fare. Difatti anche la giunta ha recepito una determina del segretario generale, in applicazione della normativa». Mariani, dipendente non in aspettativa, riceverà il 50% dell’indennità, ovvero 1115,55 euro lordi mensili. Il sindaco Emanuele Antonelli 3718,49 euro,
il vicesindaco Stefano Ferrario 2788,86 euro, gli altri assessori 2231,09 euro. La sforbiciata più pesante è per i gettoni di presenza, ridotti a 32,54 euro a seduta, da oltre 72 euro che erano. «Ci atteniamo a quanto prevede la legge, che ahimè ancora una volta per i consiglieri comunali è molto più dura rispetto agli organi di giunta – fa notare Valerio Mariani – corretto applicare la legge, e su quello non ho paura ad ammettere che va applicata, ma i gettoni di presenza non riconoscono il lavoro che i consiglieri comunali devono affrontare in una città grande come Busto Arsizio, che per numero di abitanti è più grande del capoluogo di provincia». Altro che “casta”, la vita dei consiglieri bustesi è sempre più dura, e remunerata in modo poco dignitoso, secondo il presidente del consiglio Mariani: «I consiglieri fanno un lavoro che, se dobbiamo monetizzarlo, non è riconosciuto per quello che dovrebbe essere. La politica ha una dignità e, se svolta bene e con attenzione, è giusto che sia riconosciuta. L’impressione è che ci si accanisca soprattutto sugli organismi di controllo: chi deve controllare l’esecutivo potrà farlo in maniera sempre meno libera».