Oltre ai soliti rimbalzi, questa volta c’è davvero poco. A Pesaro aveva lasciato intravedere sprazzi di ripresa, fisici e mentali, che ieri non ha ripetuto: in attacco nullo.
Primo tempo è stratosferico (12 punti e 5 assist): segna, sforna assist come ai bei tempi, si prende una tripla da nove metri dal palleggio che segna quasi ad occhi chiusi. Peccato che il suo contributo finisca lì, perché torna poi a schiantarsi contro la difesa ospite, perdendosi in errori banali e in forzature evitabili.
La volontà e lo spirito garibaldino nel voler ribaltare l’esito del match gli rendono onore: stavolta però non basta. Come molti compagni sparacchia sia dentro che fuori dal pitturato e non è incisivo come al solito.
Leggero, un po’ svagato, alterna giocate eccellenti come le 4 stoppate, non una novità, ad errori e distrazioni evidenti.
Fa il suo, fa quel che può, difende duro, dà la carica. È qui per questo e lo sta facendo bene, bacchettando i suoi quando serve.
Una partita da zero punti, 0/5 al tiro, con tante forzature e scelte rivedibili. Da buon capitano, ci mette la faccia in sala stampa.
Gioca male, malissimo, si prende anche dei fischi. In sala stampa, nel post partita, il dg Coldebella spiega il motivo: Luca sta stringendo i denti più del dovuto, il ginocchio fa ancora male, e questo spiega una serie di prestazioni lontane dai suoi standard.
Parte con qualche mancanza non da lui in fase difensiva. Non si riscatta, anzi rifiuta anche qualche soluzione aperta nel finale che fa indispettire.
Lo scrivevamo anche nei giorni scorsi: l’impegno di Giancarlo non manca mai, ma non segna più. Forse manca la fiducia, forse il killer instinct che lo aveva elevato ad idolo lo scorso anno, fatto sta che non riesce più a mettere un tiro.
I soliti punti, la solita attitudine a prendersi responsabilità quando la palla scotta di più. Sente fiducia e prova spesso il tiro dall’arco, nonostante sia la sua specialità, capita che si incaponisca, però non ha paura.
Un pulcino, troppo piccolo, troppo pauroso e troppo marcato. Quando esce dai blocchi ha sempre l’uomo addosso, quando entra in area rimbalza sul muro di gomma dei polacchi. Mette due triple, ma non è mai un fattore importante.