Si spegne la Porta dell’Inferno. Il cratere di fuoco che in Turkmenistan brucia da più di cinquant’anni

In una immagine dal web il cratere che brucia da 54 anni in Turkmenistan

Nel cuore del deserto del Karakum, in Turkmenistan, si sta per chiudere un capitolo lungo oltre mezzo secolo. Il celebre cratere di gas di Darvaza, soprannominato Porta dell’Inferno, sarà presto spento. Il governo turkmeno ha deciso di porre fine all’incredibile spettacolo naturale che, sin dagli anni Settanta, attira turisti da tutto il mondo con le sue fiamme perenni.

Il cratere si aprì nel 1971, quando un incidente durante una perforazione sovietica causò il collasso del terreno. I geologi decisero allora di incendiare il gas fuoriuscito per evitare emissioni tossiche, convinti che si sarebbe esaurito in pochi giorni. Ma quel fuoco non si è mai spento.

Per decenni il cratere ha bruciato giorno e notte, diventando un simbolo del Paese e un’attrazione turistica dal fascino inquietante. Tuttavia, negli ultimi anni, le autorità turkmene hanno espresso preoccupazione per l’impatto ambientale e lo spreco energetico causato dalla combustione continua del gas.

Il presidente Serdar Berdymukhamedov ha annunciato che sono in corso operazioni tecniche per spegnere definitivamente il cratere, nell’ambito di un più ampio programma di sostenibilità ambientale e valorizzazione delle risorse naturali.

Nonostante la scelta abbia suscitato rammarico tra i visitatori e gli appassionati di fenomeni naturali estremi, il Turkmenistan sembra deciso a lasciarsi alle spalle questo spettacolo infuocato, chiudendo la Porta dell’Inferno per sempre.