Si va ad Avellino con la testa nel mercato

Domani la Openjobmetis farà visita alla Sidigas degli ex Vitucci e Banks: ma c’è aria di rivoluzione. Possibile derby con Cantù per accaparrarsi il play milanese Meacham. E si battono anche altre piste

Alla vigilia di Avellino-Varese, match che vale qualcosa in termini di obiettivi immediati (leggasi Final Eight di Coppa Italia) soltanto per i padroni di casa della Sidigas, si accende il mercato biancorosso, da settimane orientato alla risoluzione dei problemi in regia, di cui la Openjobmetis di Gianmarco Pozzecco sta evidentemente soffrendo. Si stringe il cerchio infatti – questa è la sensazione – intorno all’uomo individuato come primo innesto utile a scardinare il duopolio Robinson-Deane.

C’è una pista, sempre viva, che porta negli Stati Uniti, grande bacino in grado di offrire sempre un’ampia gamma di alternative, anche prestigiose. E un’altra invece che guarda alla realtà del nostro campionato, pur sempre all’interno di contorni a stelle e strisce. Varese starebbe prendendo infatti seriamente in esame anche gli scenari che la ventilata “grazia” per Daniel Hackett (la cui squalifica di sei mesi potrebbe essere dimezzata e di conseguenza scadere il prossimo 12 gennaio) andrebbero a creare in casa Armani Milano, con particolare riferimento alla situazione di Trenton Meacham, il playmaker statunitense classe 1985 ingaggiato ad inizio stagione proprio per sopperire alla pesante assenza in campionato.
Qualora Milano dovesse infatti decidere di rinunciare al “supplente” del rientrante Hackett, Varese sarebbe pronta ad affrontare un derby di mercato che la opporrebbe a Cantù, altra società attenta al destino immediato di Meacham, complici le perplessità sul rendimento di Darius Johnson-Odom.
Ma gli scenari, in una fase delicatissima della stagione per la Openjobmetis, restano fluidi. Se l’imminente squillo biancorosso dovesse concretizzarsi realmente nell’acquisto di un play Usa, è chiaro che Dawan Robinson sarebbe il primo e principale indiziato per il “sacrificio”, alla luce della necessità di liberare un posto per un elemento di passaporto statunitense. A meno che la dirigenza biancorossa non stia pensando – e riesca poi a realizzare – manovre di respiro ancora più ampio, alla luce del giro di orizzonti fatto anche su altri ruoli e relative disponibilità sul mercato, fra le quali – si sussurra – quelle relative ai “5” comunitari (e in questo caso l’americano a salutare la compagnia sarebbe il tanto discusso Ed Daniel). La pausa di campionato per l’All Star Game porterà con ogni probabilità a qualche svolta, ma intanto prima di concentrare tutti gli sforzi sul rafforzamento del roster, c’è ancora da giocare e possibilmente vincere la sfida di domani sera alle 20.30 (in diretta su RaiSport 1) al PalaDelMauro. Sfida che Varese affronterà sicuramente con Christian Eyenga in campo, visto il miracoloso recupero dell’ala congolese dal colpo della strega che lo aveva bloccato giovedì.
Anche Andy Rautins ha ripreso ieri col resto della squadra, dopo l’influenza, svolgendo buona parte dell’allenamento, mentre l’ecografia effettuata da Jacopo Lepri alla gamba destra ha evidenziato una lesione di primo grado al quadricipite, che lo costringerà ad altri 10-15 giorni di stop.

«Avellino vorrà vincere per conquistare le Final Eight, noi invece dovremo vincere per noi stessi, per la società e per la città che rappresentiamo – afferma, suonando la carica, Kuba Diawara – Quello che dobbiamo fare è giocare insieme per 40 minuti, perché è così che si vincono le partite. Non basta farlo per 39’, com’è stato per esempio contro Sassari, e neanche per 39 minuti e 30 secondi, come abbiamo fatto invece contro Reggio Emilia». Grande concentrazione e grande rabbia da parte di tutto il gruppo, dopo una partita persa – quella contro Pistoia – che lo stesso Kuba non esita a definire «stupida». «Avellino per noi deve essere un’altra Brindisi – dice il numero 9 biancorosso – Loro hanno un ottimo quintetto, molto fisico e aggressivo, ma i valori in panchina si abbassano leggermente».
Così come un po’ è calato, nelle ultime uscite, il rendimento dello stesso Diawara. «Il primo mese ero davvero molto in forma, poi atleticamente mi è mancato qualcosa, anche perché se all’inizio potevo giocare uno contro uno, ora su di me gli avversari raddoppiano sempre, o addirittura triplicano la marcatura – sottolinea Kuba – E’ venuto il momento di dare di più, tutti quanti insieme».