Si vota per la Duma. Putin vince

Un voto importante in cui il presidente ha vinto con il 44,5%: si denunciano brogli

Un voto importante quello che si è svolto ieri in Russia. Gli elettori, quasi 110 milioni gli aventi diritto, sono stati chiamati a eleggere la nuova Duma di Stato, la Camera bassa del parlamento. Ma a due ore dalla chiusura dei seggi, l’affluenza media era del 39,7%, un dato piuttosto lontano dal 60%, con cui si erano chiuse le ultime parlamentari del 2011.

Secondo gli ultimi exit poll, Russia Unita di Putin avrebbe ottenuto il 44,5% dei voti, gli ultranazionalisti del partito Liberaldemocratico avrebbero chiuso al 15,3%, i comunisti al 14,9% e Russia giusta all’8,1%.

In un paese immenso, attraversato da 11 fusi orari, i primi seggi ad aprire (alle 8 di mattina locale, le 22 di sabato sera in Italia) sono stati quelli nel distretto autonomo di Chukotka e nella regione di Kamchatka. Il capo della Commissione elettorale centrale (Cec), Ella Pamfilova, in mattinata aveva comunicato l’inizio dei lavori del Centro informazioni della Cec. «Mi piacerebbe che oggi (ieri, ndr) la gente vada a votare, che creda nelle elezioni e nel fatto che il loro voto sia significativo. Auguro a tutti noi successo», ha dichiarato la Pamfilova, autorevole difensore dei diritti umani e da poco messa a capo della screditata Cec.

Nuova legge elettorale

L’obiettivo del Cremlino, dopo il varo di una legge elettorale che ha permesso un aumento della concorrenza politica, era di fregiarsi di elezioni aperte e trasparenti che legittimassero l’autorità del partito di governo e del presidente, Russia Unita, dato per grande favorito. L’utilizzo di brogli su vasta scala, nelle ultime legislative del 2011, aveva provocato le più massicce proteste dell’era Putin.

L’ombra dell’irregolarità

Intanto, però, sono arrivate «in modo costante da diverse regioni informazioni su violazioni» nelle operazioni di voto, ha detto a Interfax il coordinatore degli osservatori del Consiglio presidenziale per i diritti umani, Ilya Shablinsky. Shablinsky ha citato come esempio di presunti illeciti, quello di lunghe file di soldati portati a votare in seggi dove non sono registrati. L’episodio più eclatante è arrivato, però, da Rostov-sul-Don – nel sud del Paese – ed è fissato in un video su Youtube,

che sta facendo il giro della Rete: si vede chiaramente una donna inserire nell’urna un pacchetto di schede, mentre altre tre, probabilmente scrutatrici di seggio, cercano di coprirla, non consapevoli probabilmente dell’esistenza di una telecamera laterale. Il capo della commissione elettorale locale ha confermato di aver visionato le immagini e ha promesso verifiche. Dal canto suo, la Pamfilova, ha avvertito che il voto nella Repubblica dell’Altai potrebbe essere annullato, in caso venissero confermate le accuse di brogli.