Siamo qui. Per te

Nel momento di massima difficoltà (fuori e in campo), il pubblico prende per mano il Varese e fa 2-2 con il Bra. Due rigori sbagliati e uno “regalato”: è successo di tutto. Ma non ci sono fischi e dubbi, ci sono applausi e fiducia

«Vinceremo, è il nostro destino». Non conta chi l’ha detto, conta solo la portata delle parole: e queste sì che sono pesanti. Non conta il chi, ma solo il quando e il perché.

Al termine di Varese-Bra 2-2: una partita tragica e bellissima, disperazione e apoteosi. Parole dette mentre gli spalti del Franco Ossola si svuotavano per riempire, di nuovo come un tempo, il corridoio alle spalle della tribuna. Tra salamelle e birra, caffè, amari e sigarette: ancora insieme. Con fede, passione e attaccamento ai colori del cuore.

Parole dette dopo aver riabbracciato in tribuna gli amici di sempre, come l’onorevole Giancarlo Giorgetti e la madrina Sarah Maestri, e averne accolti di nuovi, come

con i suoi bimbi a tifare Varese (seduto vicino al suo vice Daniele Zanzi, sempre presente) e.

Parole dette dopo aver asciugato negli spogliatoi le lacrime di chi, a un passo dalla sconfitta, ha trovato ancora il modo di metterci il cuore (e pure la testa) per volare sotto la curva e la tribuna a gridare l’amore suo, e di tutti i suoi compagni, per la maglia (e la storia) che indossa.

Perché i tifosi del Varese, nel momento del bisogno, hanno fatto quello che fanno da sempre: amare la loro squadra, contro tutto e contro tutti. Hanno teso la mano ai biancorossi, li hanno rialzati dopo un rigore sbagliato, hanno spinto l’1-1 all’incrocio guidando il destro di Giovio; e poi hanno ripreso la squadra sulle spalle dopo un secondo rigore sbagliato, entrando nel corpo di Viscomi e andando a incornare in rete il 2-2. Un urlo, a pieni polmoni: «Varese, siamo qui per te. È il nostro destino, vinceremo: insieme».

Proviamo a raccontare anche la partita, ma non sarà come averla vissuta: per questo invitiamo chi ieri non c’era domenica a Pinerolo o il 26 febbraio a Masnago per la supersfida con la Caronnese.

La girandola di emozioni inizia al 20’, quando Gucci lucra un rigore facendosi schiacciare da Gregorio: Rolando frena la rincorsa per far muovere Tunno, Tunno non si muove, Rolando calcia a mezza altezza e vede respingersi il tiro. Il Bra mette fuori la testa e, dopo il rasoterra velenoso di Montante pizzicato in angolo da Pissardo, trova lo 0-1: Becchio sbaglia un disimpegno, la palla resta lì, sui 30 metri, Dolce carica un siluro pazzesco che vola dentro l’angolino lontano, imprendibile.

Una doccia gelata, che non gela però il pubblico del Varese, caldo in avvio di ripresa, quando Baiano inserisce Giovio e un gran Benucci. La fiammata di Gucci apre al capolavoro di Giovio: punizione a giro all’incrocio, 1-1 al 12’. Mentre tutto lo stadio esulta, il Bra sfonda dalla parte opposta e conquista un rigore di cui nessuno, in presa diretta, ne sa ricostruire la dinamica: il finale invece è sotto gli occhi di tutti, Dolce spara dritto e fa 1-2. Mentre tutto lo stadio si dispera, il Varese sfonda dalla parte opposta e Rolando conquista un rigore: Giovio si incarica e va all’angolino, Tunno ci arriva e para il suo secondo rigore (16’).

Una doccia ghiacciata, che non ghiaccia però il pubblico del Varese, infuocato a caccia del pari. Che arriva, voluto e cercato, al 42’: cross teso di Lercara, incornata prepotente di Viscomi da due passi e 2-2 finale. Che potrebbe far partire i fischi e i dubbi: e invece sono solo applausi e fiducia. Quelli che servono per vincere. E compiere «il nostro destino».

: Pissardo; Simonetto (Giovio dal 1’ st), Luoni, Viscomi; Talarico, Bottone (Lercara dal 37’ st), Vingiano (Benucci dal 1’ st), Bonanni; Rolando, Gucci, Becchio. A disposizione: Grillo, Granzotto, Ortolani, Innocenti, Moretti, Scapini. All. Baiano.

: Tunno; Beduzzo, Coulibaly (Cuccia dal 21’ st), Gregorio, Gili Borghet; Barale, Dolce; Niang (Aquaro dal 25’ st), Beltrame (Ghione Mainard dal 37’ st), Russo; Montante. A disposizione: Bonofiglio, Benabid, Cangemi, Casassa, Caristo, Capellino. All. Daidola.

: Boscarino di Siracusa (Principato di Agrigento e Bovini di Ragusa)


– Spettatori: 1200. Ammoniti: Luoni e Becchio (V), Coulibaly e Cuccia (B). Angoli: 4-4; fuorigioco: 3-0; tiri (in porta): 8 (6) – 10 (3); falli: 20-6; recupero: 4’ + 3’.