Siamo tutti la squadra che fa vincere Landini

Il commento di Max Lodi

Partita speciale. Penalizzazione alla mano, siamo dietro al Vicenza di tre punti. Battendolo, eccolo acciuffato per davvero. Con l’ambizione di lasciare la zona dei retrocessi, entrando in quella dei salvi. Di conseguenza, un’ovvietà: bisogna mettercela tutta, giocare d’assalto, non scordare l’indispensabile prudenza, provare a far calcio anche su zolle acquitrinose.
Impresa del boia. Però Masnago docet che qui il Varese è capace di molto, talvolta di tutto. Gli si sono inchinate squadre costruite per la A, ad esempio il Bari.

Dunque giornata da vivere con passione. Era così all’inizio, sarà così sino alla fine. La tribù delle gradinate risponde agli appelli, mette tifo, cuore, bandiera. Ma non solo: gusto del bel calcio, dell’armonia, dello spettacolo. Punta anche al pratico, oltre che sull’emozionale: va (viene) allo stadio perché sa di spendere bene i soldi del biglietto. Non le è mai capitato di rimanere delusa.
Questa è la sostanza che piace ai varesini pratici, al di là delle chiamate all’anima guerriera e dei ripassi delle romanticherie vintage. Quanto a chi gioca, l’uno vale l’altro, se lo spirito è quello totalizzante.
A proposito di spirito. Quello che, statene certi, coglieremo nel corsarismo in campo dei “noster fioeu” sarà specialmente gladiatorio. In nome, ormai lo sapete, del carissimo Spartaco. Cioè Landini, il diesse convocato a disputare il match più difficile della sua vita, avversario una malattia da Champions League.

Partita appena iniziata, siamo ancora nel primo tempo. Spartaco – che ha conosciuto i grandi eventi vestendo il glorioro nerazzurro all’epoca del Mago – la sta giocando bene. Ha preso le misure al rivale, si difende con grinta (è un vecchio terzino da roventi tacchettate), riesce perfino a innescare qualche contropiede.
Certo, necessita dell’aiuto dai compagni, come in ogni arena dove hai tutti e tutto contro. I compagni siete voi, amici dell’avventura biancorossa. Siamo tutti noi. Sono tutti quelli che stanno nel Varese. Col Varese. Date (diamo) un segnale d’affetto, vicinanza, incoraggiamento a Spartaco.
Così che senta, nella stanza d’ospedale dove si trova, una prossimità vera, umile, genuina. E ne tragga la forza per entrare ancora più duro nel tackle vincente con un nemico che non lesina scorrettezze, pur d’andare in gol. C’è la porta di Landini, da difendere. La sua maglia. La sua vita.