Coach Paolo Moretti ci mette la faccia, come sempre: «Ogni partita da qui in avanti sarà un esame. Per tutti: per il sottoscritto, che siede in panchina ed è il responsabile ultimo di come gioca la squadra, e per i giocatori. Siamo chiamati a dare delle risposte. La fiducia nei confronti del gruppo c’è, ma le gare che disputiamo non sono fini a se stesse: fanno nascere delle valutazioni da parte mia e da parte di chi sta sopra di me». L’assist è formidabile e va solo appoggiato a canestro: il cammino finora percorso avrebbe fatto nascere in seno alla società la decisione di tagliare Eric Maynor in favore di un altro regista.
Non esistono conferme in merito da piazza Monte Grappa, nè vanno realmente cercate (il gioco delle parti, in casi come questi, segue logiche ben definite). L’ultimo chilometro per il play di Raeford, però, sembrerebbe davvero arrivato: si sarebbe già alla ricerca sul mercato di un suo sostituto e l’effettività del cambio potrebbe concretizzarsi entro i prossimi 10 giorni, a meno di un “miracolo” nel trittico Pesaro-Rosa Radom-Brescia.
A far propendere per il sacrificio di Maynor non sarebbe “tout court” il suo rendimento, invero altalenante più che negativo in assoluto, quanto la constatazione della sua “impossibilità” fisica a reggere il doppio impegno campionato-coppa (la soluzione alternativa ci sarebbe anche e sarebbe quella di cambiare le gerarchie in squadra, dando ad Avramovic molto più spazio di quello attuale…)
Attenzione, però: nessun avvicendamento può dirsi definito senza un occhio al portafoglio. Rinunciare a Maynor, il giocatore più pagato del roster biancorosso, non sarebbe indolore per le casse del club, vista l’impossibilità attuale di piazzare altrove il suo contratto.
Radio mercato, peraltro, ieri non ha trasmesso notizie solo sul play: sotto osservazione (eufemismo) dell’area tecnica ci sarebbe anche Anosike, chiamato anch’egli a dare risposte convincenti nel brevissimo periodo. Quali risposte? Soprattutto quella di non essere un giocatore attento solo alle sue statistiche, quanto invece uno disposto a sacrificarsi per i compagni e capace di dare un contributo. Al suo posto chi? Un 4/5 più atletico e più “fresco”. Di certo la questione “O.D.” non è prioritaria: la prima “figu” da staccare per incollarne un’altra sarà eventualmente quella del regista titolare.
Torniamo a Moretti. Dopo aver presentato il match contro Pesaro («compagine che sta trovando la quadra e che ha battuto una difesa molto forte come quella di Venezia domenica scorsa») di domani, l’allenatore aretino si è sottoposto alla raffica di domande sul momento della Openjobmetis. Le soluzioni alla crisi: «Ripartiamo dagli errori commessi in Lettonia e cerchiamo di trovare una chiave positiva per ricaricarci. La reazione dovrà essere forte».
La supposta mancanza di mordente dei suoi davanti alle difficoltà incontrate in campo: «Ciò si è verificato solo a Pistoia, in Lituania e in Lettonia, non in tutte le partite e ormai siamo arrivati a due mesi di stagione. E comunque si tratta di un aspetto da analizzare non superficialmente».
E poi: «Io dico che i miei atleti fanno errori di superficialità e non che sbagliano singolarmente. E questo perché li voglio proteggere». Rivolto ai giornalisti presenti: «Seguo il vostro consiglio e da ora in poi cercherò di lavare i panni sporchi in famiglia: dei singoli non parlo, perché sarebbe un errore nei loro confronti».
La fiducia: «C’è, ma tutti siamo sottoposti ad esame partita dopo partita. Io sono il responsabile di ogni scelta: se si sono fatti degli errori me ne prenderò la responsabilità. Che non sia contento di come gioca la mia squadra l’ho detto dopo Brindisi, cioè dopo una vittoria. E oggi i dubbi continuano, così come continua la ricerca delle soluzioni».