Siccità e caldo record: così le vacche producono meno latte. L’allarme di Coldiretti Varese

Non solo raccolti bruciati, soffrono anche gli animali. Per le mucche mungiture in calo del 10% a causa dello stress provocato dalle alte temperature. Imprese in crisi: "E’ necessario definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo"

Un grosso problema per l’agricoltura, ma anche per l’allevamento. A soffrire per la siccità, infatti, non solo le coltivazioni: il caldo record di questo giugno torrido nuoce anche agli animali. Le conseguenze si stanno avvertendo nelle fattorie del Varesotto, come nel resto della Lombardia.

“Vacche stressate, producono fino al 10% di latte in meno”

A patire per l’anomala ondata africano sono soprattutto le mucche che con le alte temperature per lo stress stanno producendo fino al 10% di latte in meno. Lo segnala Coldiretti Varese che sottolinea la preoccupazione anche per il calo delle rese nel foraggio per l’alimentazione degli animali, tagliate dall’assenza di precipitazioni.

Per le mucche – sottolinea la Coldiretti provinciale – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo, nelle stalle sono già scattate le contromisure anti afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi.

Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte si aggiungono dunque i maggiori consumi di energia ed acqua che in questo momento sono costosi e carenti.

“Situazione drammatica nelle campagne, produzione in calo”

La situazione nelle campagne è drammatica – afferma Coldiretti Varese – in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. La preoccupazione è forte anche per il calo delle rese produttive, dall’orzo al frumento fino ai foraggi, con mais e riso osservati speciali.

Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3,7 metri, su livelli più bassi da almeno 70 anni, ma in sofferenza sono anche i grandi laghi come il lago Maggiore che è sceso al minimo storico con on un grado di riempimento del 22% mentre quello di Como è al 25%.

“Danni per 2 miliardi a livello nazionale”

La siccità – continua Coldiretti Varese – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro a livello nazionale, per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere. Ad essere colpito dalla siccità è l’intero territorio dell’Italia, ma particolarmente grave è la situazione in Lombardia e nella pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Un’emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003, che ha decimato le produzioni agricole nazionali.

“Precedenza al settore agricolo e indennizzare le imprese”

“In questo scenario di profonda crisi idrica, bisogna agire mettendo in pratica tutto quello che si può fare ora – commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese -. E’ necessario definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.