Jannik Sinner non si nasconde dopo la sconfitta con Carlos Alcaraz in finale agli US Open, costo anche del primato nel ranking: analizza con lucidità quanto accaduto e mette sul tavolo la volontà di alzare il livello attraverso cambiamenti concreti, anche accettando un periodo di assestamento. «Sono stato prevedibile in campo: lui ha cambiato molto il gioco, è il suo stile. Ora dipende da me se voglio fare dei cambiamenti o no. Su questo lavoreremo per essere più pronti la prossima volta», spiega in conferenza.
Sinner riconosce il merito dell’avversario («Ha gestito meglio di me e ha alzato il livello quando serviva») e collega l’esito anche al percorso nel torneo, dove aveva spesso vinto «facendo sempre le stesse cose», senza ricorrere quasi a volée e drop shot. Per reggere l’urto col campione spagnolo, servirà uscire dalla comfort zone: «Proverò a cambiare qualcosa per essere più imprevedibile, anche se dovessi perdere qualche partita: è ciò che devo fare per diventare un tennista migliore».
La parola chiave è pazienza. «Il servizio non ha funzionato bene, era già un problema durante il torneo. Ci vuole tempo: non è che da Pechino divento mancino da un giorno all’altro. Magari basterà un piccolo cambiamento, magari qualcosa di più grande. Vedremo». L’obiettivo non è lo stravolgimento, ma accorgimenti mirati: «Sono solido da fondo e picchio forte, ma a volte serve aggiungere qualcosa. Cambiare un paio di cose, anche nel servizio: piccoli dettagli che possono fare una grande differenza».
Le aree su cui lavorerà
- Varietà tattica: inserire con più continuità volée, smorzate, cambi di ritmo e traiettorie.
- Gestione del servizio: percentuali e schemi più vari per aprire il campo.
- Imprevedibilità: alternare pattern e letture per non offrire riferimenti.
- Mentalità di processo: accettare qualche ko nell’immediato per crescere nel medio periodo.
Sinner guarda avanti con la consueta chiarezza: cambiare per migliorare, senza alibi.