ASSO (Como) – Una notte movimentata, una macchina dei soccorsi attivata in pieno, elicotteri e squadre specializzate mobilitate per ore. Tutto per un allarme che, alla fine, si è rivelato falso. È successo nella notte tra sabato 16 e domenica 17 agosto ad Asso, in provincia di Como, dove la caduta di uno smartwatch ha fatto scattare un’imponente operazione di ricerca e soccorso.
L’allarme
Alle 2:10, il numero unico di emergenza 112 ha ricevuto una segnalazione automatica da un dispositivo da polso: il messaggio parlava di una caduta in zona boschiva e impervia sopra l’abitato. Immediato l’avvio del protocollo: sul posto si sono diretti i Vigili del Fuoco con mezzi fuoristrada da Canzo, Erba e Cantù, i nuclei specialistici SAF da Como e IMSI da Milano, oltre a personale del 118 con elicottero, volontari del Soccorso Alpino e Carabinieri di Como.
Sei ore di ricerche
Per oltre sei ore, decine di soccorritori hanno setacciato l’area nel buio della notte, convinti che un uomo fosse ferito o in difficoltà. Le ricerche sono terminate solo alle 8:20 del mattino, con un epilogo inatteso: il presunto disperso era a casa, illeso e addormentato nel suo letto.
Il malinteso tecnologico
La causa dell’equivoco è stata presto chiarita: non era stato l’uomo a cadere, ma il suo orologio smart, scivolato in casa e in grado di attivare automaticamente la funzione “rilevamento caduta”. Il dispositivo ha inviato le coordinate GPS al 112, generando così la catena dei soccorsi.
Un falso allarme che, se da un lato ha richiesto un grande spiegamento di forze, dall’altro solleva una questione nuova per le centrali operative: nella società connessa, anche un semplice oggetto caduto a terra può trasformarsi in emergenza.