«Soffrire uniti e stare in partita. Voglio una svolta dai miei ragazzi»

Coach Moretti presenta la trasferta a Capo d’Orlando: «Conterà l’aspetto mentale»

L’umore è sotto i tacchi delle scarpe, la fiducia sotto terra. Varese si prepara alla trasferta siciliana di Capo d’Orlando e avverte la necessità di voltare pagina, di trovare una svolta a queste settimane disastrose. Non ci sono molte vie per farlo e nemmeno grosse soluzioni, basterebbe vincere. Facile a dirsi, anche perché il successo a Pesaro sembrava in grado di dare

una svolta, ma gli impegni successivi hanno visto nuovamente la squadra inghiottita in una spirale di risultati negativi e di alcune prestazioni oltre il limite della decenza. Ogni partita d’ora in poi rappresenta uno spartiacque per il futuro e per le decisioni societarie, tra i quali chiaramente un inevitabile intervento sul mercato, nel caso in cui non si verificasse un’inversione di tendenza.

Ieri pomeriggio coach Paolo Moretti ha così presentato la trasferta di Capo d’Orlando: «Sarà una partita dura, insidiosa, che abbiamo l’obbligo di preparare al meglio. Per loro noi siamo uno scalpo importante ed in questo momento anche una preda facile, visto il periodo di difficoltà che stiamo attraversando».

Nella preparazione del match, il coach si sta concentrando in maniera specifica su un aspetto: «Punterò tantissimo sull’aspetto mentale, sul lato psicologico, della determinazione e della volitività, anche perché l’ambiente di Capo d’Orlando è molto caldo. Per questo motivo dovremo soffrire, resistere, restare in partita fino alla fine. Voglio che questa gara rappresenti un’inversione di tendenza positiva per la squadra, è quello che voglio chiedere ai miei ragazzi».

Di fronte, un’avversaria che sta facendo bene: «Capo d’Orlando è una squadra in salute, nonostante l’ultima sconfitta a Caserta. Dimostra di avere sempre gioco con un dna in campo estremamente positivo e compatto. Sono stati competitivi in ogni partita, se la sono giocata anche contro Milano e la loro classifica è davvero positiva in questo momento. Ciò è supportato dal fatto che anche in emergenza sono sempre riusciti a fare risultato. Di loro mi piace la grandissima capacità di passarsi la palla, giocano bene insieme, c’è un bel feeling, lo si percepisce vedendoli. C’è uno spirito per cui un giorno sono protagoniste le guardie, la partita dopo i lunghi, poi le ali. Possono tirare fuori tante carte dal mazzo ed essere sempre pericolosi, noi dobbiamo essere attenti a non corrergli dietro. Andiamo in Sicilia senza essere battuti in partenza».

Detto dell’assenza di Luca Campani, che mancherà per circa un mese, destano un filo di preoccupazione le condizioni di Kristjan Kangur: «Nella mattina di martedì, prima della gara di Champions, gli si è accesa la spia dell’allarme. Abbiamo provato a recuperarlo e lui come sempre ha dato la sua disponibilità a giocare. Però era un rischio troppo alto, soprattutto per il viaggio di ritorno difficile e per quello che ci aspetta, e abbiamo dunque pensato di preservarlo. Dobbiamo tenere altissima l’attenzione per evitare i rischi, comunque lui è già rientrato in gruppo e prenderà parte alla trasferta».

Commento finale: «Prepariamo questa partita con un giorno in più rispetto alla routine, dobbiamo dare il massimo e recuperare soprattutto mentalmente, resistendo fino a gennaio fino a che questo tour de force prenderà una o l’altra direzione. Abbiamo bisogno di mettere via, di non pensare e di non ricordare quanto di negativo fatto nelle ultime prestazioni».