VARESE Rip-deal sventato a Milano: fermati dalla polizia quattro adulti e un ragazzino. Parrebbe la trama di un film ma è una truffa vera quella sventata l’altro giorno dagli agenti del commissariato di polizia di Quarto Oggiaro in una delle sale conferenza dell’hotel Raffaello di viale Certosa.I truffatori sono cinque in tutto (se si include il ragazzino che compierà 14 anni a settembre): nel gruppo anche la fascinosa “donna del boss”, 24 anni rom italiana, incensurata, residente in Valle Olona. Oltre a lei nel gruppo c’erano il boss, appunto, 25 anni serbo residente a Torino, altri due rom italiani di 18 e 39 anni residenti a Rovigo, così come il minore segnalato all’apposita procura nonostante la giovanissima età. A voler ben guardare, di fatto, se le menti erano altre, certamente il minore era il braccio dell’operazione: soltanto lui, infatti, data la minuta corporatura, avrebbe potuto nascondersi nell’intercapedine cava realizzata dai truffatori all’interno di una scrivania. I fatti sono quasi incredibili; la vittima designata era un imprenditore di Sondrio, 40 anni, in possesso di un prezioso orologio da 60mila euro e di altri cronografica che lui avrebbe dovuto vendere per procura di un gioielliere spagnolo intenzionato ad aprire un’attività a Barcellona.L’imprenditore ha quindi pubblicato un annuncio su internet; il giovane serbo, bazzicando “per professione” i siti di compravendita, ha pensato di aver
trovato il pollo da spennare. Il 14 marzo il venditore, quindi, riceveva una mail da un sedicente Armando Lopez, collezzionista spagnolo di orologi (ma in realtà altri non era che il giovane serbo), pronto a fare l’acquisto. Il 24 maggio Lopez e l’imprenditore di Sondrio si incontrano in un ristorante di piazzale Lotto dove definiscono i dettagli della vendita: l’appuntamento viene fissato per lo scorso fine settimana in una saletta (prenotata dai truffatori) dell’hotel Raffaello di viale Certosa. Il venditore stava per chiudere un affare che avrebbe fruttato 124mila franchi svizzeri e 65 mila euro; così, per scrupolo, l’imprenditore si è rivolto a un’agenzia di investigazioni chiedendo di poter lasciare il denaro nella loro cassaforte.L’investigatore, però, si è insospettito e ha chiamato la polizia che ha accompagnato “il pollo” all’appuntamento. E lì è emersa la verità: in sintesi i truffatori avrebbero mostrato al venditore delle banconote vere a pagamento dell’acquisto facendosi consegnare gli orologi. Il denaro, vero, sarebbe stato appoggiato in un cassetto della speciale scrivania (portata all’hotel dai truffatori stessi) all’interno della quale il ragazzino nascosto avrebbe scambiato la valigia con i soldi veri con una identica contenente denaro falso. La polizia ha trovato franchi ed euro con la scritta fac simile sofra; soltanto la prima e l’ultima banconota delle varie mazzette erano autentiche. Tutti sono statu denunciati per truffa.
s.bartolini
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