Somma Lombardo – Piscina di Somma a rischio chiusura. Ma non per sentito dire.
Agli uffici comunali è arrivata ieri mattina la comunicazione dall’Asd Ispra Nuoto che «probabilmente entro fine settimana non saremo più in grado di continuare a gestire la piscina». A motivare una simile dichiarazione c’è il fallimento a monte della Swim Planet, società che gestiva diversi impianti in provincia, tra cui la piscina comunale di Somma, dichiarata fallita di recente dal tribunale di Varese.
«Stiamo prestando la nostra opera come Associazione sportiva dilettantistica (Asd) Ispra nuoto a titolo volontario», dichiara Cosimo Cacciapaglia, amministratore delegato. «Tutti gli impianti gestiti in questo modo non stanno in piedi». Dunque i circa 600 utenti delle vasche di via Palestro, potrebbero ritrovarsi nel giro di quattro giorni senza più una corsia dove nuotare. I corsi di adulti e ragazzi salterebbero, le quote già versate non verrebbero rese.
Se il curatore fallimentare nominato dal tribunale per il caso Swim Planet, deciderà di chiudere la piscina di Somma non è ancora noto. Almeno fino a ieri, non si avevano notizie in merito. E lo stesso Cacciapaglia sostiene di essere «in attesa», mentre conferma «l’impossibilità di continuare a tenere
aperta la piscina». Nessun avviso è stato appeso all’ingresso della struttura, al banco della segreteria o negli spogliatoi. Ieri si lavorava normalmente, in piscina. Gli utenti erano regolarmente ai loro corsi, ignari di poter trovare la porta d’entrata chiusa lunedì prossimo. Una soluzione, questa, che il Comune intende evitare.
«Non si può mica chiudere la porta e far finta di niente», commenta l’assessore ai Lavori pubblici Adriano Peruzzotti che non riuscirà a partecipare per contingenti motivi di salute alla riunione indetta con assoluta urgenza dal Comune tra i soggetti coinvolti, SPeS compresa in qualità di società che gestisce i contratti con l’Ispra nuoto. Ci sarà da conoscere la decisione che prenderà il curatore fallimentare e trovare poi in tempo reale un sostituto, per mandare avanti l’attività della piscina. Basti pensare anche solo al riscaldamento e al semplice funzionamento giornaliero di un impianto acquatico: impossibile spegnere la luce e chiudere il gas come se si chiudesse casa per svernare altrove. Ci sono poi gli iscritti alla piscina da tutelare, ai quali dare risposte. La struttura è infatti di proprietà dell’ente locale, deputato a deciderne le sorti indipendentemente dal fallimento della Swim Planet. In ogni caso, una brutta bega per il Comune che conta ancora affitti arretrati dalla società di Cacciapaglia; inoltre un problema per chi ancora lavora a bordo vasca in via Palestro.
Alessandra Pedroni
p.rossetti
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