SOMMA LOMBARDO Giro di vite, nella settimana entrante, per l’ospedale di Somma. Citoscopie, terapie del dolore e interventi di piccola chirurgia ambulatoriale non si faranno più. Chi vuole prenotare per un’ernia o per togliere un neo non può conoscere la disponibilità del Bellini: «Le faremo sapere», questo si sente dire al centro unico di prenotazione.
Tutto fermo, dunque. Forse per sempre. Anzi, a giudicare da qualche apparecchiatura che è già stata spostata, verrebbe da togliere il forse: è probabile che la struttura ospedaliera sommese si accinga a perdere altri pezzi. Per i 500 pazienti che usufruiscono delle diverse terapie del dolore ci sarà ancora martedì, ultimo giorno utile di prestazioni in loco: poi anche loro dovranno andare altrove.
Lunedì il primo stop, per chiudere poi la day surgery il 30 giugno. Di solito la chirurgia di giornata si fermava per tre settimane di ferie ad agosto: ora chiude con un mese di anticipo e senza alcuna certezza della riapertura.
L’azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate di Gallarate, da cui il Bellini dipende, sta eseguendo lavori di ristrutturazione al secondo piano del nosocomio sommese: quasi 400mila euro per rimettere in sesto un intero piano e trasferire l’oculistica da Gallarate, in modo da consentire la prosecuzione dei lavori di ristrutturazione del polichirurgico.
Lo si sapeva: il direttore generale Maria Cristina Cantù informò il sindaco Guido Colombo e i capigruppo consiliari qualche mese fa, durante un incontro a Palazzo Viani Visconti. Ma in quell’occasione assicurò anche la volontà di sostenere la day surgery in loco.
Da anni si parla addirittura di Somma quale polo aziendale per la day surgery, liberando lo stabilimento di Gallarate dagli interventi minori. Eppure non pare proprio che le due sale operatorie al secondo piano del Bellini saranno ristrutturate e messe in funzione per i vari interventi rapidi di chirurgia, ortopedia, urologia, otorino e così via. Anzi, saranno ridestinate all’oculistica. Gli stessi lavori in atto mostrerebbero opere non consone a una sala operatoria canonica.
Cosa diventerà il Bellini? Nessuno dei politici locali, primo cittadino in testa, si è mai espresso contro l’oculistica in quel di Somma. Ma il reparto si trasferirà da Gallarate per il cantiere aperto al Sant’Antonio Abate o resterà nella città dei Tre Leoni? «La valutazione sarà oggetto del Pofa, il piano organizzativo di funzionamento aziendale», diceva Maria Cristina Cantù lo scorso marzo, sostenendo che non ci sarebbe stata alcuna spallata alla day surgery. Invece anche quando questa unità operativa è stata chiusa per sistemare la sala operatoria a piano terra (ancora con la passata direzione aziendale), tutta la strumentazione è rimasta al proprio posto.
L’azienda avrà fatto senz’altro i suoi conti. Circa 2.500 pazienti all’anno riempiono le liste di soli due giorni alla settimana per cistoscopie, terapie del dolore e piccoli interventi ambulatoriali pagando il semplice il ticket: forse non valgono la candela.
Alessandra Pedroni
s.affolti
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