Somma, opere senza determine Dal Comune le prime verità

Somma Lombardo – Opere pubbliche senza determine, il conto per il Comune è di 320mila euro. «Niente dolo né creste da parte di chicchessia». Ora le verifiche toccheranno ai legali di Palazzo Viani Visconti, che ha avuto il mandato per pagare «il dovuto» alle imprese rimaste con le fatture insolute. Ma restano top secret gli esiti di 10 mesi di

lavoro della commissione d’inchiesta, approvati all’unanimità nel consiglio comunale riunito in seduta segreta, ed è polemica. Solo l’autore della prima denuncia, il consigliere Luigi Bollazzi (Insieme per Difendere Somma) si sbottona facendo emergere un quadro molto grave: «L’assenza di determine è un fatto. Si agiva in buona fede ma era prassi sanare i lavori eseguiti regolarizzandoli a posteriori».

Il presidente della commissione Jimmy Pasin dal canto suo sventola un bavaglio dopo che il consiglio ha votato per la segretezza degli atti fino a che i legali del Comune non si esprimeranno: «I giudizi politici non si possono censurare, vanno resi pubblici al più presto». A conti fatti, un bel pasticcio. Ieri mattina una scarna conferenza stampa ha reso noto una sinteticissima sintesi delle 10 pagine circa di relazione della commissione speciale per l’accertamento della regolarità nell’affidamento delle opere pubbliche, istituita nell’aprile 2011 dopo che alcune imprese avevano bussato in Comune chiedendo il pagamento di fatture risalenti al periodo 2007-2010 (per manutenzioni stradali, imbiancature, ecc.) che non risultavano autorizzate da atti amministrativi. Le risultanze di 31 riunioni si esauriscono in due frasi: «Alcuni lavori non sono stati effettivamente pagati, anche se gli importi richiesti paiono comunque esagerati; è avvenuto per il mancato rispetto delle procedure da parte della macchina amministrativa». Si sa anche che «il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco di acquisire uno o più pareri legali al fine di risolvere positivamente la situazione e corrispondere il dovuto a chi ha lavorato».

Si verificherà opera per opera e le fatture verranno saldate. Come tutto questo sia potuto capitare resta invece top secret. «Per il momento – sottolinea la presidente del consiglio Martina Pivetti – la segretezza, a tutela delle persone coinvolte, è stata votata a maggioranza su indirizzo del segretario generale». Il presidente Pasin non condivide: «Parte del lavoro, almeno l’analisi politica, andava pubblicata. Il sindaco ha parlato di un paio di

mesi per acquisire i pareri, spero sia solo un rinvio». A spizzichi e bocconi emerge che il conto per il Comune è di 320mila euro in tutto. «La commissione ha escluso il dolo e le creste da parte di chicchessia, anche se non tutte le opere sembrano congrue rispetto al valore dichiarato» fa sapere l’ex sindaco Claudio Brovelli. «Ci sono stati errori, su cui andranno accertate le responsabilità» aggiunge Pasin.

Solo Bollazzi ammette che «in parecchi casi mancano le determine o gli strumenti autorizzativi per effettuare i lavori. Che sia leggerezza o reato, lo stabiliranno le autorità preposte, ma par di capire che fosse una prassi quella di regolarizzare a posteriori con le determine i lavori già eseguiti. Di certo chi ha operato va pagato per il giusto». «Bollazzi parla a titolo personale» puntualizzano i capigruppo Angelo De Micheli (Udc) e Renato Molinati (Pdl), mentre Francesco Calò (Pd) giudica «importante il messaggio mandato alle imprese» che aspettano da anni di vedersi riconoscere quanto dovuto.
Andrea Aliverti

p.rossetti

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