CUASSO AL MONTE (v. fum.) «O io sono l’eccezione che conferma la regola, o sono un campione attendibile della virilità varesotta». Il comico varesino Stefano Chiodaroli, opta più per la seconda possibilità: i varesotti sono una popolazione dalle grosse dimensioni.
«Se volete posso farvelo vedere così invertiamo subito la tendenza», commenta a freddo il risultato del sondaggio dell’istituto di ricerca «Swg», che lapidario ha decretato: «A Varese gli uomini meno dotati della Lombardia».
«Ma non si può dire una cosa del genere – continua Chiodaroli – vorrei proprio sapere chi sono le donne che hanno intervistato. Rappresentanti di un gentil sesso che però non sapeva di cosa stava parlando». Chiodaroli, invece, parla per esperienza personale. «Per quella che è la mia esperienza diretta e che mi riguarda, posso dire che i varesotti sono l’emblema della virilità, siamo i neri padani». Sempre rivolto alle sue misure. «Ho ricevuto dei gran complimenti in relazione alla misura della mia virilità. Quindi, per la proprietà transitiva, posso tranquillamente affermare che il discorso
vale anche per i miei concittadini, abitanti nella provincia di Varese. Abbiamo respirato la stessa aria, mangiato lo stesso cibo e quindi il nostro sviluppo è stato il medesimo». Un grande sviluppo, secondo Chiodaroli, che smentirebbe categoricamente i risultato della ricerca. «Indicare i milanesi come più dotati poi è scontato e non vuol dire niente. Primo a Milano c’è un melting pot che chissà con chi sono effettivamente state queste lombarde intervistate. Uno dice che è di Milano ma poi ha origini africane, mischiate con chissà quale altra razza a sua volta mischiata con un’altra».
La possibilità che il sondaggio sia veritiero è difficile da mandar giù. Ma il campione intervistato, di oltre 800 donne residenti in Lombardia, è da considerarsi rappresentativo al 100%. «Davvero mi sembra assurdo, però se proprio proprio bisogna darlo per vero e assodato, allora a mia discolpa posso dire che sicuramente ho almeno contribuito ad alzare la media, ma più di così non posso fare».
e.marletta
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