Tiraaaa… Il Palawhirlpool mormora, un po’ come il Piave. Ma lui no, non tira. Perché il computer che ha attaccato al collo sa che un compagno, in quel momento, potrebbe farlo in condizioni ben più vantaggiose delle sue. Peraltro, quando l’input del sistema operativo concede l’ok e decide di scagliarla, la boccia finisce nella retina spesso e pure volentieri (61% da 2, 47% da tre). Signore e signori questo è il Kristjan Kangur 4.0, il segreto della rinascita della Varese di Moretti (che lo ha fortemente voluto) che i tabellini delle partite non sempre registrano. Gli occhi sì. Roba da fargli un contratto a vita. E magari…
Si può fare sempre meglio, ma non nascondo che questo sia un buon periodo. Amo giocare a basket e amo farlo in buone condizioni fisiche, cosa che negli ultimi tre anni non è mai purtroppo accaduta. Che poi… perfetta… Diciamo che non salto più come facevo quattro stagioni fa, ma cerco di compensare la mancanza giocando con la testa.
Dare equilibrio alla squadra è una delle prime cose che mi ha detto di fare Moretti quando sono arrivato. Mi ha chiesto di agevolare la circolazione della palla e di coinvolgere i compagni e io ho cercato di farlo fin dal primo momento. Spero che tutti siano soddisfatti di questo.
Mi suona molto bene. L’ho sentita da qualche tifoso questa ed è sempre bello quando ti arriva un complimento del genere.
Perché abbiamo imparato a giocare di squadra. Sia in difesa che in attacco tutti abbiamo in mente cosa fare e siamo coscienti del fatto di doverci aiutare a vicenda: siamo sulla stessa linea insomma. Sapevamo come fosse questa l’unica strada per diventare un team di successo e alla fine siamo arrivati a metterla in pratica. Senza esaltarci, pero, perché il percorso che abbiamo ancora davanti è duro.
Se non avessi fede di poter andare avanti con la stagione non starei nemmeno qui. Penso che credere in se stessi e nei propri compagni sia fondamentale. E dico di più: io credevo nei playoff anche due mesi fa, quando tutto andava male. Ora che siamo così vicini lo faccio a maggior ragione.
In effetti questa è la mia seconda casa: se non lo fosse non sarei tornato ogni volta. Amo tutto di Varese, è un ambiente perfetto per me.
Il futuro di un giocatore non è mai solo nelle sue mani. Se quella di rimanere fosse unicamente una mia scelta non esiterei a rispondere: perché no? n