«Sono sempre Paolo il tifoso. Qui per l’amore della maglia»

Occhi negli occhi con Paolo Basile, il general manager biancorosso

Lo sguardo duro. Quegli occhi che trasmettono sicurezza, sempre. Mai un tentennamento, mai una distrazione. Mai nemmeno un solo “ma”. Eppure di “ma” il general manager del Varese Calcio, Paolo Basile, ne avrebbe da raccontare. Gli stessi “ma” che ai tifosi biancorossi passano per la testa, dopo tanti – forse inutili – scossoni societari. Gli stessi dubbi, e incertezze, che hanno reso gli ultimi mesi visioni reali i fantasmi che aleggiano nelle teste di chi ama il Varese.

Spettri difficili da catturare, perché figli di un passato difficile da dimenticare. Spettri che aspettano solo di essere scacciati via. E, l’unico che può farlo – o almeno provarci – è il nuovo deus ex machina della società di piazzale De Gasperi, Paolo Basile. Noi, lo abbiamo incontrato al margine della conferenza stampa per la campagna abbonamenti. E questo è il racconto di quello che ci siamo detti: faccia a faccia, occhi negli occhi.

Le mie responsabilità, come è normale che sia, sono aumentate. Non è cambiato, invece, il mio rapporto con la gente; con la gente del Varese. Sono sempre io: Paolo il tifoso.


co che da parte mia, ci sono oggi come ieri, solamente umiltà, voglia di fare, voglia di lavorare, e fame di fare il bene del Varese.


Certo: io credo nel gruppo, credo molto nel gruppo. Ma, assieme a questo, sono un decisionista. Sono una persona che va dritta per la sua strada, se pensa che quella sia la strada giusta per la società.


Certo. Ma ci tengo a dire una cosa: le decisioni che ho dovuto prendere, per il bene del Varese, non le ho prese a cuor leggero. Sono un dirigente, sì, ma anche e soprattutto un uomo, e le decisioni che hanno portato lontano da questi colori alcune persone mi hanno fatto umanamente male. Ma è stato giusto farle.


Mi sono voluto affiancare di persone che condividono i miei stessi valori e la mia visione.

No, nessun compromesso. Anzi, posso affermare con la più assoluta certezza e trasparenza, che per quanto mi riguarda chi oggi è chiamato a gestire il Varese, non lo fa per quote, ruoli o cariche. Ma, ripeto, solo per l’amore per la maglia.

Ho scelto di circondarmi delle persone che mi hanno saputo trasmettere la loro passione per questi colori: le persone che avessero a cuore il Varese. Gente che metta la nostra bandiera davanti a se stessa. Sapete in cosa credo?


Credo nel noi, prima dell’io. Ecco: questa è la società che voglio.

Vi faccio un esempio, se me lo permettete. Quando ho deciso per l’avvicendamento in panchina, ho scelto Ernestino Ramella ho scelto una bandiera. E penso di aver fatto la cosa giusta. Perché il suo impegno e la sua dedizione alla nostra causa vanno oltre ogni cosa. Oltre pure al ruolo che ha lui. Una volta ho trovato Ernestino a innaffiare le piante di geranio di fronte alla sede. Ora mi dico: lui è l’allenatore, non sarebbe tenuto a farlo. Eppure era lì, pronto a trattare la sede del Varese come fosse casa sua: Pronto a prendersi cura di casa sua.

Sicuramente non vengo dal mondo del calcio, ma vengo dal mondo dell’impresa e dal mondo di uno sport minore come le bocce. Ed è per questo che ho scelto di affidarmi a persone competenti per la parte tecnica come Alessandro Merlin e Danilo Vago: loro possono, sicuramente, indicarmi la strada più corretta dal punto di vista tecnico e sportivo. Per quanto riguarda la parte amministrativa, beh, quella è la mia materia. Ma…


Ma vedete: io non mi sento un “tutto fare”, sono uno che delega e decide.


Vi ringrazio per la domanda. Questa è una questione che ho personalmente a cuore: essendo io prima che un dirigente, un tifoso. Ieri sera (l’altro ieri, ndr) ci siamo incontrati, assieme al presidente Ciavarrella, per affrontare anche questa situazione. Ho chiesto ufficialmente di essere io il referente in società per i tifosi, in modo che loro sappiano a chi possono riferirsi. A questo, voglio aggiungere che venerdì andremo dal notaio per ratificare il passaggio di quote con Gagà, e allo stesso tempo nomineremo e notificheremo ufficialmente chi sarà il rappresentate dell’associazione che parteciperà ai cda, proprio come era stato promesso. Perché sono io il primo a volere la trasparenza in ogni settore societario.