Sopra Varese piove argento Gli Europei chiudono col botto

VARESEBisogna aver pazienza, proprio come questo sport insegna. Il meglio arriva in fondo e non ce ne vogliano le due barche azzurre che hanno perfino vinto l’oro; ma la cosa più bella degli europei sono i due argenti che la nazionale mette in bacheca quando quasi scorrono i titoli di coda.

Otto donne prima (mai successo che un’ammiraglia senior al femminile portasse a casa una medaglia in una kermesse internazionale), otto uomini un quarto d’ora più tardi: un doppio argento che rimarrà nei ricordi e sugli albi d’oro. Lo ammettiamo, siamo di parte: a bordo di entrambe le barche vogano atleti varesini. Cesarini e Bertolasi sulla versione in rosa, Frattini su quella al maschile.

Essere a due passi dal traguardo in quei momenti lì fa capire perché il presidente federale Gandola abbia promesso di buttarsi nel lago di Varese in caso di medaglia (promessa mantenuta).

Quando arrivano gli otto non è mai una cosa normale. È da tre ore che le finali vanno avanti, il sole è allo zenit, ma il ruggito della gente del canottaggio è da vuoto allo stomaco. Dev’essere proprio vero che negli ultimi trecento metri è la gente a spingere braccia e gambe che, fosse per loro, avrebbero già dato tutto. A surriscaldare l’ambiente ci pensano prima le donne: la Romania è imprendibile, ma sotto la guida di Federica Cesarini – sedicenne gaviratese piazzata al timone – la truppa azzurra fende colpi a raffica che tengono a bada le avversarie. Al carrello 3 voga Sara Bertolasi, che proprio su quello spicchio di lago, alla Canottieri Varese, ha imparato questo mestiere.

Pochi minuti e si presentano gli uomini: scena più o meno simile, la Schiranna con gli occhi fuori dalle orbite, Polonia che fa gara a sé, ma appena dietro spunta la prua dell’Italia. Al carrello 5 c’è Pierpaolo Frattini, che come Bertolasi qui ha mosso i suoi primi passi. Il ghigno dello sforzo si distende: prima in uno spasmo di sollievo, poi in un sorriso. Dopo una stagione dolorosa (fuori dalla finale alle olimpiadi), Pierpaolo, puoi tornare a ridere.

e.romano

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