VARESE Il colpo messo a segno nella notte fra domenica e lunedì presenta molti lati oscuri. Perché chi ha depredato il negozio di estetica e di acconciature per signora di via Papa Giovanni XXIII, a Varese, ha dimostrato di conoscere il suo obiettivo come le sue tasche. E di avere piena contezza di fatti e circostanze che, in teoria, non avrebbe dovuto sapere.
Aveva ben chiaro, ad esempio, che quel locale custodiva una cassaforte, per quanto questa fosse nascosta e “invisibile” alla normale clientela; e sapeva anche che proprio quella notte il forziere non sarebbe stato vuoto, perché custodiva l’incasso che, al contrario del solito, non era stato depositato alla fine dello scorso weekend.
A questo punto ipotizzare l’assistenza di un basista può apparire senz’altro eccessivo. Ma è un fatto che i ladri, nel loro assalto notturno, hanno potuto contare su molte informazioni tanto dettagliate quanto “riservate”.
I razziatori prima di tutto hanno spaccato la vetrina nel punto compreso fra la porta di ingresso e gli scaffali ricolmi di creme, shampoo e altri prodotti di igiene e bellezza. Il vetro è di quelli antisfondamento, eppure i ladri ne hanno avuto, forse utilizzando una pesante mazza. Possibile che nessuno abbia sentito nulla? Eppure il negozio si trova proprio di fronte alla chiesa della Brunella, in una zona di Varese non propriamente appartata.
Una volta ricavato un varco, i predoni sono entrati. E si sono diretti subito alla cassaforte, disinteressandosi di tutto quanto il resto. L’hanno forzata, hanno prelevato i quattrini al suo interno, e se ne sono andati tranquillamente così come erano arrivati. Stavolta, però, hanno approfittato dell’uscita sul retro.
e.marletta
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