Sparò al farmacista e al benzinaio Vent’anni al rapinatore seriale

VARESE Un rapinatore imprevedibile, e per questo forse più pericoloso, che agiva con convinzione secondo un disegno predeterminato nel quale poteva pure rientrare l’omicidio: così il pm Agostino Abate al termine della requisitoria nel confronti di Carmelo Gaetano Ragusi, 41 anni, di Luino, originario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), rapinatore seriale (almeno tre gli episodi accertati e da lui confessati, l’ultimo al distributore Q8 di Cuveglio il 28 ottobre 2009), sul quale gravano anche due tentati omicidi. Si tratta dei fatti gravissimi avvenuti nel corso di altrettante rapine a mano armata. A Varese il 20 ottobre del 2009, quando sparò al dottor Stefano Sartori, contitolare della farmacia Gagliardelli di via Milano. E cinque mesi prima in Ticino, il 5 giugno al distributore Avia di Ranzo di Cavano, nel Locarnese, quando di nuovo esplose un colpo di pistola e ferì gravemente il titolare dell’esercizio, Luca Boretti.

Aveva chiesto una condanna a 19 anni e sei mesi il sostituto procuratore, calcolo al quale era approdato scontando un terzo sulla pena edittale in virtù del rito abbreviato. Il giudice Giuseppe Fazio, dopo quasi due ore di camera di consiglio, ha sentenziato invece che dovrà scontarne venti, sei mesi in più, in questo modo mostrando di avere recepito in pieno il messaggio lanciato dal pm sulla pericolosità dell’imputato.

Assistito dall’avvocato Alessandra Medde, Ragusi ha reso spontanee dichiarazioni al termine dell’arringa del suo difensore:per dire che aveva agito in stato di necessità economica, in un periodo di particolare difficoltà psicologica perché era stato lasciato dalla moglie, ed era finito anche per questo motivo sul lastrico.

Una giustificazione che non ha convinto nessuno, e che il pm Abate ha subito smontato, dimostrando come avesse reinvestito i soldi della prima rapina in Svizzera (ben 35mila franchi), per acquistare altre armi, oltre a quelle che già deteneva.

Fu arrestato dai carabinieri di Luino il giorno dopo l’assalto alla Q8 di Cuveglio (un colpo da 4900 euro). Fu l’unica occasione nella quale non sparò: ma apparve subito chiaro agli inquirenti che quello non era un episodio isolato. Confessò l’assalto di una settimana prima alla farmacia Gagliardelli di via Milano a Varese, dove il rapinatore per portare via 1800 euro non esitò a sparare al farmacista, ferendolo alla coscia. Non contento, esplose un altro colpo,

diretto alla pancia: ma per pura fortuna l’arma, una Beretta calibro 9, si inceppò. E confessò il colpo di 5 mesi prima in Svizzera. La detenzione delle armi è il terzo capo di imputazione a suo carico. In un garage a Luino, del quale aveva la disponibilità, è stato trovato un vero arsenale: oltre alla Beretta, anche una Smith & Wesson magnum e una Sig Sauer P220 di fabbricazione svizzera. E poi una pistola elettrica e uno sfollagente.

Soddisfatti gli avvocati di parte civile, Stefano Bottinelli per il farmacista Sartori e Massimiliano Spassino per lo svizzero Boretti. Il giudice Fazio ha disposto a favore di entrambi una provvisionale, parametrata alla gravità delle ferite subite: di 25mila euro per il primo, di 50mila per il secondo, rinviando alla sede civile per il risarcimento del maggior danno.

Franco Tonghini

e.marletta

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