Sparatoria di Uboldo, l’assessore La Russa: “Regione investe ma serve certezza della pena”

Il responsabile lombardo per la Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale commenta il ferimento di un nordafricano avvenuto questa mattina nei boschi del Saronnese: "Abbiamo stanziato 11,4 milioni di euro per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree protette, ma a nulla servono controlli e videocamere se non vi è poi la volontà politica e la determinazione della magistratura di colpire duramente i responsabili, che troppo spesso ritroviamo tre giorni dopo l'arresto liberi di ricominciare a delinquere"

UBOLDO – “Ennesima sparatoria, questa mattina, nell’area boschiva di Uboldo al confine con Rescaldina nota per essere frequentata da spacciatori soprattutto extracomunitari e consumatori di stupefacenti. I fenomeni dello spaccio e degli episodi delinquenziali che ne derivano sono realtà che conosciamo bene, nei confronti delle quali nulla è stato fatto in questi ultimi anni. In Regione Lombardia, il tentativo di contrastare attivamente questi fenomeni avviene già da lungo tempo con iniziative di sensibilizzazione della popolazione e con progetti di sicurezza integrata al fine di collaborare sempre più con Prefetture e Polizie Locali nei parchi e nelle aree verdi dove le criticità sono maggiori.

Iniziative e progetti di contrasto alla piccola e grande criminalità che il mio assessorato intende proseguire anche nei prossimi anni ampliando la platea dei Comuni beneficiari di risorse e contributi”. Lo dichiara l’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Romano La Russa, commentando il ferimento a colpi d’arma da fuoco di un nordafricano avvenuto questa mattina nell’area boschiva di Uboldo.

“Il mio assessorato, inoltre, ha stanziato 11,4 milioni di euro per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree protette della regione – continua La Russa -, con 236 enti che hanno già beneficiato dei fondi. A nulla, però, servono controlli e videocamere se non vi è poi la volontà politica e la determinazione della magistratura di colpire duramente i responsabili, che troppo spesso ritroviamo tre giorni dopo l’arresto liberi di ricominciare a delinquere. Purtroppo, in Italia, ad oggi, non esiste la certezza della pena“.