«Spartaco, all’alba vinceremo assieme Il Varese non è calcio è un modo di vivere»

Luca Alfano: «Direttore so come si sta al Niguarda. Ma poi quando torni a Masnago tutto è più bello. Squadra-famiglia, va nel fuoco per chi ne fa parte
Domani vedrai di cosa sono capaci i tuoi ragazzi»

Nelle difficoltà, nei momenti più bui, il Varese è qualcosa di più. Non solo una famiglia, bensì una presenza quasi intangibile, che ti dà la forza di dimenticare ed andare avanti. Ne sa qualcosa Luca Alfano, che nelle sue interminabili giornate all’ospedale Niguarda volava con il pensiero al Franco Ossola, oppure al campo d’allenamento a Malnate.

Pensare al Varese, immaginare allenamenti e partite, pur senza poterli vedere, gli dava una spinta ulteriore a superare la fatica e la monotonia di giornate intrise di visite e cure: «Seguivo tutto su web e radio, nel weekend dovevo aspettare la sera i gol sulla Rai. Era una sofferenza non poter vedere le partite, mi innervosiva, mi sentivo ancora di più in gabbia. Poi ho iniziato ad avere i permessi per tornare allo stadio, ed è stato come tornare a respirare». Ora Luca sta bene, non manca mai allo stadio e fa sentire il suo supporto a tutta la squadra, da bordo campo. Ironia del destino, beffardo, ora ad essere costretto al Niguarda è il direttore sportivo Spartaco Landini. Un guerriero, non solo per il nome.
E Luca sa bene come ci si sente a stare lontano dal Varese. Una piccola grande squadra, che però ha qualcosa di unico: «Per me il Varese è una grande famiglia. Ci si conosce tutti, e sento ogni persona vicina a me. È un amore che va al di là della partita di calcio, è un elisir di lunga vita. Sono sicuro che in un momento difficile come questo, i ragazzi sapranno regalare la soddisfazione della vittoria al direttore Landini. Se la merita, perché fa parte della nostra famiglia anche se è arrivato da poco. Siamo persone umili, positive, semplici, dalla curva alla tribuna, e la nostra forza è saper fare gruppo, dentro e fuori dal campo».
Una grande famiglia che gli ha sempre fatto sentire calore ed affetto: «Sia a me che al grande Alfredo Luini quando è tornato allo stadio. La gente di Varese è sempre molto vicina a chi soffre e la curva con le sue iniziative dimostra sempre grande vicinanza a chi è meno fortunato. Ogni giorno ringrazio la famiglia Varese per la sua vicinanza, spesso persone come me rimangono orfane di amicizie e lasciate sole a combattere: per fortuna non è il mio caso».

E così sarà anche per Spartaco Landini, a cui Luca decide di mandare un messaggio: «Spartaco, capisco benissimo come tu ti possa sentire ma vedrai, quando tornerai allo stadio sarà ancora più bello e più emozionante. Carrrico Spartaco, crederci sempre mollare mai. Un grosso abbraccio: domani è un nuovo giorno, all’alba vinceremo insieme». E Luca è pronto a fare anche un regalo al direttore: «Già glielo dissi il giorno del suo arrivo a Varese, ma ho promesso a Spartaco di regalargli il mio libro “Più unico che raro”.

Non c’è stata ancora occasione, spero ci sia presto». L’ultima partita del Varese, ad Avellino, è stata una sofferenza che ha però regalato il sorriso ai tifosi: «Grande sofferenza, ma allo stesso tempo grande prova dei ragazzi.È stato un punto d’oro per come hanno gestito la gara, ed io sono abituato nella vita a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Bastianoni ha tirato giù la serranda, si sta rivelando un gran portiere e non ho mai avuto dubbi al riguardo. Gli ho visto fare grandissime parate questa stagione».

Ma ora viene il bello. Vincenza ed Entella, due puntate consecutive al Franco Ossola, una fase decisiva, tosta, del film di questa stagione: «Mi aspetto due grandi prove da parte dei ragazzi, come ho detto devono vincere per Spartaco. Sono queste le partite che dobbiamo portare a casa e non dobbiamo sbagliare mentalità. Ma vado sul sicuro per questo: Betti è un fuoriclasse, il vero punto di forza di questo Varese. Sono sicuro che diventerà, anche se credo lo sia già, uno dei migliori allenatori italiani».
Betti che sarà ancora orfano della sua ombra Landini in panchina, una presenza rassicurante: «Spartaco è importante per tutto l’ambiente. Ho una grande stima di lui come ce l’avevo di Ambrosetti prima». Da un fuoriclasse ad un altro, dall’altra parte di Masnago, quel Poz che Luca vorrebbe tanto conoscere: «Mi è sembrato Hulk domenica sera, ma non c’è nulla da meravigliarsi. Non vedrei mai Betti in versione Poz, Gianmarco è troppo esuberante rispetto a Stefano. Mi piacerebbe conoscerlo».