Spartaco, tu sei un guerriero e vincerai

Il ds biancorosso deve allontanarsi per motivi di salute: «Il Varese è attaccamento, famiglia, orgoglio». Bettinelli: «Vedo il sole anche se ci sono nuvole. Landini meraviglioso, gli daremo la forza di tornare»

«Ogni mattina quando mi alzo vedo il sole anche se ci sono le nuvole». E da oggi quando si alzerà, Stefano Bettinelli vedrà il sole anche se una nuvola gli ha portato via per un po’ di tempo, e ha portato via al Varese, il direttore sportivo Spartaco Landini: «Il sole – spiega l’allenatore – che io e la squadra ora vediamo è il ritorno di Spartaco nello spogliatoio. Noi passeremo queste settimane in attesa di quel giorno, e tutto quello che faremo da qui ad allora, lo faremo per regalargli un motivo in più per lottare».

Il tecnico e i suoi ragazzi, ma anche la società e i tifosi hanno una ragione in più per salvarsi, la più grande e disinteressata che possa esistere visto che il ds sarà impegnato per un po’ in ospedale a curarsi: “meritarsi” giorno per giorno, partita dopo partita il ritorno di quest’uomo che in punta di piedi, nell’arco di un mese, come dice Bettinelli «ci è entrato dentro senza nemmeno che ce ne accorgessimo: gli basta un gioco di sguardi per capire cosa pensano le altre persone e intendersi con loro. E quando vede le partite e gli allenamenti, ha gli occhi “anche dietro”». «In questo periodo in cui sarà via – aggiunge – sentirò l’assenza di una persona meravigliosa, ma so che se lo aspettiamo, passerà velocemente».
Dopo essere entrato in spogliatoio insieme al dg D’Aniello per parlare schiettamente alla squadra dell’altra “partita” che lo terrà lontano da quelle del Varese, è salito in macchina visibilmente commosso verso Milano. E proprio in quel momento ha detto queste parole: «Sono orgoglioso dell’insospettabile attaccamento mostrato in così breve tempo nei miei confronti da giocatori, mister, città e tifosi. Sono io che devo restituire qualcosa al Varese e quindi spero di tornare presto per compiere fino in fondo il mio lavoro». Forse Landini, però, non immagina ancora di cosa sia capace quella che lui chiama «la famiglia del Varese», una famiglia che lui nel giro di tre giorni ha dovuto abbandonare per “colpa” di alcuni esami che richiedono una cura immediata, ma una famiglia che non lo abbandona e che non dimentica la sua prima reazione di fronte a quegli asterischi: «Ma io sabato devo andare ad Avellino».

No, Spartaco, tu sabato non vai ad Avellino ma stai tranquillo, ti curi e lotti con quello spirito che hai nel nome e che hai sempre avuto nella vita. Ci andremo noi per te, undici Spartaco al posto di uno e alla fine, sotto la curva dei “tuoi” tifosi, ti chiameremo per dirti: «Ecco di cosa è capace il cuore del Varese per chi gli ha dato il cuore». Così accadrà ad ogni partita, fino al tuo ritorno. Quindi prepara il telefono perché al fischio finale la famiglia biancorossa ti chiamerà e ti racconterà di come riuscirà a non perdere più una gara finché non ti avrà riabbracciato. Come tu finora hai sempre fatto con l’“altra” famiglia, anche quella biancorossa. Anche quella in campo per te e per il nostro Varese.