Tutto è cominciato con il tarlo asiatico, comparso per la prima volta a Parabiago nel 2000, arrivato dall’Estremo Oriente, e capace in pochi anni di estendersi a buona parte del Nord Italia. Poi è stato il turno delle minilepri, introdotte artificialmente nel Parco Alto Milanese, e degli scoiattoli grigi, abbandonati nel Parco Castello: in breve tempo, questi ultimi hanno colonizzato mezza provincia di Milano e di Varese, scalzando le specie autoctone.
Ora è il momento della cocciniglia giapponese (Marchalina hellenica), un nuovo invasore silenzioso. Avvistata per la prima volta in Europa nel 2017 a Cerro Maggiore, si è rapidamente diffusa in migliaia di alberi tra il Milanese, il Varesotto, il Comasco e la Brianza. Ma è soprattutto a Legnano che, in questi giorni, la sua presenza è diventata particolarmente visibile e preoccupante.
Le specie aliene — così vengono chiamati gli organismi introdotti in un ambiente dove non sono originari — possono causare seri danni agli ecosistemi locali, favorendo la scomparsa di piante e animali autoctoni, alterando le catene alimentari e rendendo più fragile il paesaggio naturale. Alcune vengono introdotte volontariamente, altre arrivano per caso, viaggiando tra merci, piante o mezzi di trasporto.
Nel caso della cocciniglia giapponese, ad esempio, il pericolo principale riguarda i pini, che rischiano di indebolirsi fino alla morte a causa dell’attività di questo insetto fitomizo, che si nutre della linfa.
L’invasione silenziosa è in atto e, sebbene non faccia rumore, potrebbe avere effetti duraturi. Fermarla richiede vigilanza, prevenzione e collaborazione tra enti locali, cittadini e comunità scientifica.