«Spinse la compagna dal balcone». Arriva la condanna a dodici anni

Il giudice accoglie la richiesta del pm bustese Peregallo: Marco Lenzi è colpevole. Difesa sotto choc: «Sentenza ingiusta». La donna: «Da oggi inizio una nuova vita»

– È stato condannato a 12 anni di reclusione , l’uomo che secondo il tribunale di Busto Arsizio ha spinto il 10 aprile del 2014 la ex compagna dal quinto piano della palazzina di via Sciesa a Gallarate. La sentenza emessa ieri pomeriggio dal giudice ha accolto pienamente la linea espressa dalla Procura di Busto, rappresentata nella vicenda dal pm .

Gli avvocati difensori di Lenzi hanno già anticipato che ricorreranno in appello. In primo grado è stata accolta la richiesta a 12 anni formulata dalla Procura.
Pochi giorni fa, durante la sua requisitoria, il pm Stagnaro ha escluso anche il riconoscimento delle attenuanti generiche: «La caduta da quel balcone – aveva detto il Pm – può essere causata solo da una forza diretta a produrla. Quando lei gli ha chiesto aiuto, lui si è girato e se n’è andato dicendole che tanto le merde cadono sempre in piedi».
Durante una delle ultime udienze, Raffaella Scialpi raccontò in aula di essere precipitata in seguita a un robusto schiaffo indirizzatole dall’ex compagno. Raccontò anche di essersi aggrappata alla ringhiera del balcone, ma secondo la sua versione l’ex partner non fece nulla per aiutarla, anzi se ne disinteressò completamente. Una versione che, invece, era stata smentita completamente dal Lenzi.

Il tribunale di Busto ha accolto la versione dei fatti raccontati dalla ex fidanzata, condannando lui.
Sulla vicenda è intervenuto l’avvocato che difende Lenzi, , che ha contestato duramente quanto accaduto ieri pomeriggio in aula: «Una sentenza scioccante – dice il legale – siamo rimasti sotto choc, nessuno poteva immaginare una sentenza così pensate. Davvero scioccante. Siamo convinti, ed è un mio parere personale, che non sia una sentenza giusta. A questo punto leggeremo le motivazioni del dispositivo. Siamo rimasti scioccati perché gli erano stati concessi gli arresti domiciliari e una provvisionale di 50 mila euro: nessuno se lo aspettava. L’impressione che si è data è che sia stata presa la tesi del pubblico ministero. Non è stata una bella sentenza, non si può dire diversamente perché alla fine stiamo parlando di un processo puramente indiziario. Lei ha raccontato di aver preso uno schiaffo, ma di questo non esistono riscontri: lei stessa durante il dibattito ha detto che non c’era la volontà del Lenzi di farle tanto male. Lo ha detto lei. Si è addirittura andati oltre la testimonianza della ragazza. Non ci resterà che leggere le motivazioni della sentenza, poi faremo sicuramente ricorso».
Soddisfatta invece Raffaella Scialpi: «Per me – ha detto – adesso inizia una nuova vita».