Apparentemente la questione del punto nascite sembra essere una vicenda chiusa, mentre per la Pediatria potrebbe esserci qualche spiraglio. In sostanza ha fatto sapere l’Asst Valle Olona che alla base c’è un problema di carenza di pediatri: «Per tenere aperti i tre reparti dell’azienda socio sanitaria territoriale occorrerebbero 28 pediatri – fa sapere l’Asst Valle Olona – e in questo momento ce ne sono 15. Ad Angera ancora oggi sono attivi diversi bandi oltre ad altre proposte contrattuali, ma non risponde nessuno. Per la Pediatria siamo pronti a rivedere e ampliare i servizi nel caso ci fosse una risposta alle proposte contrattuali ancora attive, ad esempio i bandi ai quali i pediatri non rispondono».
Alla manifestazione di ieri mattina erano presenti anche i rappresentanti delle Rsu dell’azienda socio sanitaria territoriale. «È importante – fanno sapere le Rsu Adl Asst Valle Olona – secondo noi che ogni territorio abbia un punto nascite altrimenti ogni volta è necessario fare chilometri per raggiungere un altro ospedale». Angera ha perso il servizio di punto nascite poiché non vengono raggiunti i 500 parti all’anno: «È necessario – aggiungono i sindacati – che questo parametro non venga preso in considerazione per garantire l’esistenza di un punto nascite». Sulla Pediatria i sindacati hanno un’altra idea della faccenda: «L’impressione – dicono – è che ci sia una vera e propria mission per depotenziare la Pediatria. Hanno annullato i gettoni per i pediatri, ci sono due medici specialisti in maternità non sostituiti. È stato accettato il trasferimento di altre due pediatre non sostituite».
Alla manifestazione di ieri hanno aderito anche quelli del comitato Stop TTIP Gallaratese e la Casa delle Donne di Gallarate. «I consiglieri provinciali del Pd – dice del Pd di Angera – hanno depositato una mozione urgente per chiedere a Regione Lombardia di tutelare gli ospedali decentrati condividendo le azioni dei sindaci».
«Regione Lombardia – replica il leghista – ha fatto le barricate chiedendo una deroga in opposizione alle legge che stabilisce un numero minimo di nascite per garantire l’esistenza del reparto. Purtroppo il Ministero della Sanità non ha accettato. La volontà è di potenziare l’ospedale individuando risorse. Vogliamo creare un tavolo con gli amministratori locali per definire come e cosa fare con questi nuovi fondi».