Splendida SplendenteLa Rettore a Varese

VARESE Splendeva, splendida e splendente, Donatella Rettore. Ma la perla assoluta del pop dei primi anni Ottanta, splende ancora oggi. L’eccentrica, stravagante, trasgressiva e «Stralunata» bionda platino, la cui voce è stata colonna sonora di tanti teen agers di quegli anni, arriva al Blue Village della Schiranna stasera, sabato 25 luglio,  alle 22. (Biglietti: 18 euro in vendita on line su Liveticket.it). L’anno scorso, l’instancabile Rettore, era tornata a farsi sentire con il riassunto della sua vita artistica grazie alla pubblicazione di una sontuosa confezione mista,

dove sono riproposti i suoi più grandi successi e l’inedito «Prima Donna», un brano che sdogana le atmosfere tipiche rettoriane con un pizzico di eleganza in più e l’ovvio adattamento alle sonorità più recenti. Ma per molti la Rettore è stata e sarà sempre un «Brivido Divino» di fine anni Settanta, il disco in vinile rosa shocking en pendant con l’ossigenata Donatella, forte di una pettinatura che avrebbe precorso con diversi anni di anticipo, l’androide Daryl Hannah di «Blade runner». E come non avere in testa il suo affascinante cantare “gaio”? Le «Lamette» o il «Kobra». Canzoni, o meglio canzonette, con cui avere una faccia nuova grazie a un bisturi perfetto, invitante, tagliente, «Splendido Splendente».

SOTTO LA DOCCIA
Melodie frizzanti e orecchiabili. Di quei motivi che senti al mattino e ti ritrovi a cantarli per tutto il giorno, il cui valore artistico è senza dubbio opinabile, ma che hanno il potere di elevare a qualcosa di più aulico, la futilità. E in questo Donatella Rettore è una gran maestra. Laddove non esistono messaggi o ideali, c’è lo splendore puro, la bellezza, la luce. Insomma, il bello fine a sé stesso. Reale o immaginario, plastificato o non, poco importa. L’importante è che sia «Splendido Splendente». Eppure non è con questo singolo di successo che la Rettore cominciò la sua carriera. Bisogna tornare indietro al 1973 o al 1977, quando si presentò a Sanremo con «Carmela», un brano intriso di riferimenti politici; al 1978, quando diventò semplicemente Rettore, s’impose con un abbigliamento provocatorio, alla moda e cominciò un nuovo percorso discografico e d’immagine.

IL 1977 A COLORI
Proprio nel ‘77 la televisione aveva infatti cominciato a trasmettere a colori. E a ripensarci oggi, la Rettore antecedente a quegli anni, non può che essere immaginata come un’artista in bianco e nero, così come lo erano la musica, gli artisti, il costume: sobri, senza pretese, standardizzati. Passare dal bianco e nero al colore è più di una semplice novità: l’indigenza contro l’agiatezza, il vecchio contro il nuovo. E probabilmente la Rettore fu la prima in Italia a comprenderlo: si è costruita un’immagine che probabilmente sarebbe stato superfluo senza la bellezza del colore delle televisioni. Ecco perché, ancora oggi, Rettore è un personaggio fuori dalle righe, ironica, ribelle, icona gay per eccellenza ed emblema di un periodo particolare della storia della musica del nostro Paese.

Barbara Rizzo

v.colombo

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