VARESE A furia di tirare in ballo il destino di De Luca o la volontà di Ebagua, uno può dimenticare che il Varese qualche attaccante ce l’ha già. Matteo Momentè l’ha ricordato sabato sera a Bologna in coppa Italia: una manciata di minuti a disposizione, gol del 2-1. Ha ricordato pure che si può tornare a fare gol anche dopo due crac al ginocchio in fotocopia nel giro di dieci mesi.
SNOBBATO IO? NO, GRAZIE
Sulla questione disinteresse nei suoi confronti, Momentè si tira fuori dalla mischia. “No, no – attacca -, non tiratemi dentro in una cosa del genere. Io guardo solo al fatto che sono rientrato in pieno nel gruppo e che sono riuscito a fare una preparazione come si deve. Il resto non son pensieri miei”. La forma, come comprensibile, non può essere al meglio. “Ancora lontano dal top – spiega Momentè -. L’anno scorso la preparazione l’ho saltata a piè pari; chiaro che i carichi estivi li abbia patiti un po’, ma poco alla volta va sempre meglio”.
UNA STORIA UNICA
Ora ci si può anche guardare indietro, perché una storia così – due gravi infortuni uguali in un anno solo – è proprio particolare. “Io – racconta la punta biancorossa – cerco di non farlo, evito di pensare a quel che mi è successo. Non è facile convivere col ricordo che, quando mi sono infortunato all’Albinoleffe, era tutto pronto perché andassi al Palermo. Beh, i legamenti del ginocchio mi hanno abbandonato e non se n’è fatto più nulla”. In una storia del genere, il segreto è forse riuscire e tirar fuori il meglio. “Ho scoperto – spiega Momentè -, di avere la forza di non mollare. Ed è una cosa che devo portarmi dentro anche in momenti in cui tutto sembra girar bene”. Ma ora, che cosa vuole dal suo futuro Matteo Momentè? “Semplice: voglio riprendermi tutto”.
GOL BOLOGNESI E SEGNALI
Sabato a Bologna in coppa il gol del 2-1, l’unica rete biancorossa. Che sia un segnale? “No – si schermisce Momentè -, io ho smesso pure di fare gli scongiuri. Mi sono già detto una volta che era fatta, e mi sono rifatto male. Un gol è semplicemente un gol, cioè il massimo per un attaccante, sia che giochi da due anni senza farsi male, sia che arrivi da qualche disavventura fisica. Ho segnato: bene, punto e a capo. O vivo alla giornata, o non se ne fa niente. Ma vale anche per la squadra”.
TRA PASSATO E PRESENTE
Prima Sannino, poi l’annata Carbone-Maran. Momentè una certa esperienza varesina ce l’ha. “Ogni anno si riparte da zero – spiega l’attaccante biancorosso – e il Varese ha dimostrato di saperlo fare bene. Quattro anni di fila al top non sono un affare semplice; non vedo, però, perché non dovremmo continuare su questa strada. Chi è mister Castori? Un signore con le sue idee e con la sua personalità. Quel che più ci deve interessare è che è un allenatore che conosce come pochi la serie B”. Pure Momentè dovrebbe conoscere un poco la categoria. “Un campionato infinito – puntualizza -, duro e mai scontato. Devi proprio giocartele tutte e quarantadue pensando ad una partita per volta. Cominciando con l’Ascoli sabato: partiamo a casa nostra, partiamo bene”.
IL NUOVO (VECCHIO) VARESE
Se si riparte sempre da capo, ma i risultati sono fin qui arrivati, ci sarà qualcosa che rimane costante. “La filosofia del club è sempre la stessa – spiega Momentè -. C’è una mentalità vincente che si è radicata e che percepisce anche chi arriva per la prima volta. La base è buona e la cosa particolare è che non c’è una o due persone che trainano; c’è un gruppo che pensa come un gruppo e tutti sono di esempio a tutti”.
Luca Ielmini
a.confalonieri
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