Basta con la pastiglie dimenticate o con gli inconvenienti legati alla mancata assunzione di una medicina.Presto un “grande fratello” inglobato nelle pillole potrebbe avvertire il medico se stiamo seguendo o no la terapia che ci ha indicato. A mettere a punto il dispositivo è stata l’azienda statunitense Proteus, che ha appena ottenuto l’approvazione alla messa in commercio. La pillola “spia” è costituita da un chip in silicio dicirca 1 millimetro quadrato, che contiene una piccola quantitàdi magnesio e rame. Questi metalli, a contatto con gli acidipresenti nello stomaco, creano una differenza di potenzialeelettrico che viene registrata dal chip, che invial’informazione ad un altro dispositivo
racchiuso in un cerottosulla pelle del paziente, che a sua volta lo può “girare” a uncomputer o a uno smartphone insieme ad altri dati raccolti, comeil battito cardiaco del paziente: “Più del 50% dei pazienti nonriceve i pieni benefici dalle terapie perchè non prende tuttele pillole – spiega il comunicato dell’azienda – ma con ilnostro dispositivo è possibile condividere queste informazioni,ad esempio con il medico”. L’azienda ha ricevuto il via libera soltanto per ildispositivo inserito in pillole placebo, ma sono già in corsosperimentazioni sui medicinali per diverse malattie, fra cui ildiabete, alcune patologie neurodegenerative e per i farmaciantirigetto necessari a chi ha subito un trapianto.
u.montin
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