«Stavolta vi racconto i diritti dei maschi»

L’intervista a Maria Amelia Monti, attrice protagonista de “La Scena”, in programma questa sera al teatro di Luino

– È sold out per “La Scena” con Maria Amelia Monti, Angela Finocchiaro e Stefano Annoni. Questa sera parte con la soddisfazione dell’amministrazione, la stagione teatrale a Luino e fa il pieno di pubblico.Continua a mietere successi la commedia scritta e diretta da Cristina Comencini che è riuscita a mettere insieme le due straordinarie attrici, per la prima volta insieme a teatro in vent’anni di conoscenza. Nella pièce danno vita a due amiche mature, due femminilità opposte e complementari: l’attrice Lucia e Maria, la dirigente di banca separata e madre di due bambini. Lucia ha rinunciato alla passione, all’idea di avere un uomo nella vita, si accontenta di amare

i personaggi molto più interessanti che incontra sul palcoscenico. Maria invece senza un uomo non può stare, senza fare l’amore, senza illudersi di avere incrociato quello giusto. A creare scompiglio, nella pacifica domenica mattina mentre si apprestano a leggere una scena di teatro, irrompe un giovanotto under trenta che ha passato la notte con l’una, ma la scambia per l’altra.Si origina così la comica immersione di un ragazzo nella vita e nei sentimenti femminili, la scoperta di due donne delle pulsioni, le rabbie e le fragilità di un giovane uomo, la comune ricerca d’amore e di libertà in un mondo mutante. Maria Amelia Monti si racconta alla vigilia dello spettacolo.

Il fatto che quando si parla di Cristina Comencini, ci si aspetta un testo sui diritti delle donne – e meno male che ci sono anche quelli – visto il suo impegno per “Se non ora quando” e, invece, è una commedia che parla anche dei diritti maschili. La cosa interessante è che non si dice se abbiano ragione gli uomini o le donne, ma si mostra uno spaccato della situazione attuale, con le donne che si sono evolute e destebilizzano gli uomini. Siccome, però, c’è bisogno gli uni degli altri, è necessario trovare giusto equilibrio nel rapporto.

Mi sono trovata bene, perchè riesce ad avere la giusta autorità e convinzione per tenerti sotto controllo. Se avesse avuto meno personalità, io e Angela Finocchiaro, che abbiamo dei bei caratterini, l’avremmo messa sotto. E poi ama tantissimo gli attori e, quando capisce che si può fidare, tira fuori un’ironia che non t’aspetti, è burlona. È molto ottimista. È una dote incredibile che, se abbinata alla concretezza, è meravigliosa.

Cristina ha sempre scritto per le donne, anche se è vero che è raro. Mio marito, Edoardo Erba, che scrive per il teatro, mi ha dovuto creare dei testi apposta perchè ogni volta non se ne trovava uno adatto, magari spiritoso con sprazzi di profondità.

Non mi aspettavo un riscontro del genere, anche se in teatro sono sempre andata piuttosto bene. In tanti anni di carriera mi sono capitate delle combinazioni esplosive, come per “Ti ho sposato per allegria”, ma la ricetta non esiste: è una chimica. Si vede che quella tra Comencini, Finocchiaro, Monti e un ragazzo in mutande funziona.

La cosa fondamentale è che c’è molta ironia in questa commedia degli equivoci e con questo caso i pudori vanno a farsi friggere. I nostri non sono personaggi tagliati con l’accetta. Le donne che interpretiamo io e Angela sono come due lati della stessa personalità. Uomini e donne hanno dentro lati diversi che si manifestano a seconda dell’ambiente e dei casi. Il timido può anche diventare prepotente e viceversa.

Ho un buonissimo ricordo delle serate a Luino, terra di Piero Chiara e di Iacchetti. Conosco bene il pubblico che ha dentro la loro stessa ironia.