Stephany, addio piccolo angelo Ora serve chiarezza sull’incidente

ORIGGIO Si chiamava Stephany, ed era una bella bambina di otto anni che viveva a Fino Mornasco, in provincia di Como. È morta l’altra sera attorno alle 21.15 in un incidente in autostrada, a Origgio, mentre viaggiava in macchina con il padre, il fratellino di cinque anni e una zia di Lomazzo, incinta. Gli altri, feriti e contusi, stanno tutti abbastanza bene ma oggi, all’ospedale Sant’Anna di Como, dove il piccolo e la zia restano comunque ricoverati in osservazione (il padre è stato invece dimesso con dieci giorni di prognosi) di motivi per sorridere se ne trovano davvero pochi.

Chiedere, per credere, agli agenti della polizia stradale e ai vigili del fuoco di Busto Arsizio, ai volontari del 118 e a tutti quelli che, sotto le luci dei lampeggianti, si sono tagliati dita e mani per riuscire a liberarla dall’ammasso di ferraglia in cui era stata ridotta l’auto di papà, una Fiat Punto che non ha retto a un urto violentissimo.

Ancora nella tarda mattinata di ieri, la polizia stradale stava cercando di mettere a fuoco la dinamica dell’accaduto. Con tanti dubbi e poche certezze:di sicuro c’è che l’incidente, il più classico dei tamponamenti, è stato provocato da un giovane ticinese di 28 anni, residente a Lugano Paradiso, che non ha riportato nessun trauma.

I test cui lo hanno sottoposto in ospedale, hanno rivelato un tasso alcolico superiore, sia pure di poco, al limite massimo consentito per mettersi al volante: pare che avesse valori vicino a 0.7 milligrammi per litro di sangue, a fronte di una soglia massima consentita di 0.5. Guidava un’Audi A4 che sulla Punto, tamponandola per motivi ancora tutti da chiarire, ha fatto danni degni di un carro armato.

e.marletta

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