VARESE «Ci è mancato davvero poco»: Alexandra Bacchetta tira un sospiro di sollievo, ma la paura c’è stata, e anche tanta. Perché il violento nubifragio che ha colpito Varese sabato sera ha gonfiato l’Olona, e nella cucina del Relais Ca’ dei Santi dieci centimetri d’acqua hanno coperto il pavimento. Il tutto, la sera prima del terzo anniversario dell’alluvione del 2009, di cui sia i Bacchetta che molti altri varesini portano ancora le conseguenze.«Se fosse durato cinque minuti in più, con quell’acqua e quel vento – racconta Alexandra Bacchetta, protagonista di un doloroso sciopero della fame durato parecchi giorni – il fiume sarebbe uscito, creando danni ben maggiori». «Ma è ovvio: in tre anni, nonostante le proteste e nonostante quello che accadde nel 2009, la manutenzione è stata pressoché nulla. Se il letto del fiume resta pieno di detriti, è normale che al primo temporale forte dia problemi». Sabato sera, poco dopo il temporale, anche il sindaco Attilio Fontana è arrivato al Relais della famiglia Bacchetta. «Ha visto l’acqua nelle cucine, e ha visto anche che all’Olona mancavano pochi centimetri per uscire dall’alveo». Così domenica mattina alla porta del ristorante si sono presentati i volontari della protezione civile comunale, compreso il responsabile del gruppo, Gianluca Siciliano, per valutare il da
farsi. «Ci manderanno di sacchi di sabbia, per alzare la barriera che contiene il fiume – racconta Bacchetta – non l’hanno fatto subito perché non ne avevano abbastanza». Ce ne vorrebbero più di duecento: troppi, per Varese.La manutenzione del corso del fiume è responsabilità dell’Aipo, l’autorità interregionale che sovrintende al sistema idrografico del Po, di cui anche l’Olona fa parte. Ma dopo l’alluvione del 2009, particolarmente grave per i quartieri di Varese che si affacciano sul fiume, nulla o quasi è cambiato. Il muro di Villa Toepliz che, rompendosi, causò i maggiori danni al Relais Ca’ dei Santi è stato riparato, mentre nella zona della Dogana gli argini sono stati ricostruiti e rinforzati. Ma in località Olona le cose non sono troppo cambiate. Poco prima del ristorante, il letto del fiume fa una curva e si stringe, per poi infilarsi sotto la strada che porta verso la Lindt e la Birreria Poretti. Un imbuto che stava per rivelarsi micidiale un’altra volta.«Tra le altre – spiega Alexandra Bacchetta – abbiamo in corso una causa con l’Aipo, ma evidentemente non serve». L’autorità, oltretutto, non permetterebbe neppure di costruire un argine.<+togli_rientro>«Se provassimo a farlo noi, rischieremmo multe salate – conclude Bacchetta – Ma è possibile continuare a vivere nella paura di un’altra inondazione?».
s.bartolini
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