Stop alle nozze civili “fantasma” Anche il municipio farà i corsi

Ore 11, matrimonio in Comune: ma non si presenta nessuno. «Abbiamo cambiato idea» ammettono candidamente gli sposini mancati, interpellati dagli uffici municipali. E il sindaco propone «corsi prematrimoniali anche per chi opta per le nozze civili».

Ore 11, villa Tovaglieri: nella sala comunale destinata alle cerimonie civili tutto è pronto per unire in matrimonio due giovani residenti a Busto, lui di origine straniere, lei italiana. L’assessore all’educazione si presenta puntuale a villa Tovaglieri, e con lui il personale comunale addetto alle pratiche.

Ma nella sala non c’è nessuno, nemmeno i parenti e gli amici che normalmente assistono alle cerimonie. Passano i minuti e l’assessore inizia ad insospettirsi: «Dev’esserci qualcosa che non va». Così un’impiegata prova a telefonare ad uno dei “promessi sposi” per capire cosa sia successo. «No, guardi, nel frattempo abbiamo cambiato idea e abbiamo deciso di non sposarci» ammette candidamente il giovane all’altro capo della linea telefonica. Nessun preavviso al Comune per far saltare la cerimonia: i due giovani pensavano che evidentemente si trattasse di un qualsiasi appuntamento ad uno sportello di un ufficio pubblico, che non

è necessario disdire. E se l’assessore Fantinati può tornare in Comune per presenziare alla conferenza di presentazione del calendario di iniziative per il Natale, il sindaco Gigi Farioli individua da questo episodio una “morale della favola” che può introdurre una soluzione per evitare che si ripeta, anche perché pare che non sia la prima volta che capiti: «Organizziamo dei corsi prematrimoniali anche per chi decide di sposarsi soltanto con il rito civile». Ormai sono sempre di più: in provincia di Varese nel 2012 quasi un’unione su due è stata celebrata in comune e non in chiesa.

La proposta è già stata recentemente messa in atto in altre realtà, come ad esempio Alessandria, Roma e Thiene, dove sono delle associazioni di volontariato a proporre mini-cicli di lezioni sugli obblighi, le responsabilità e le potenziali difficoltà derivanti dall’intraprendere una scelta di vita di coppia. «Niente che si contrapponga ai percorsi prematrimoniali canonici delle istituzioni religiose o che sia obbligatorio per chi opta per le nozze in comune – precisa il sindaco Farioli – ma una formazione preventiva sui doveri e sulle regole di un rapporto di coppia sancito in modo ufficiale di fronte alla legge potrebbe essere d’aiuto. Spesso i doveri familiari nei confronti del proprio nucleo e della società in generale vengono trattati con scarsa competenza o anche con eccessiva superficialità».

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