Farmaci veterinari, un salasso che è doveroso evitare

Curare gli animali da compagnia è diventato un costo insostenibile per molte famiglie italiane, già duramente provate dalla crisi e da un carico fiscale estremamente oneroso. Per questo l’Enta Nazionale Protezione Animali ha promosso una raccolta firme su Change.org, per spingere il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a rivedere la penalizzante normativa sul prezzo dei farmaci ad uso veterinario.
Attualmente, infatti, i veterinari non possono prescrivere ai loro pazienti a quattrozampe farmaci per uso umano, nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari –

più costosi – con le stesse indicazioni terapeutiche. Secondo quanto calcolato dall’Enpa, il passaggio dai medicinali umani ai farmaci veterinari comporta in alcuni casi un aggravio ben superiore al 100 per cento della spesa. Il costo della ranitidina (gastroprotettore per ulcera), ad esempio, è aumentato da 8,59 a 16 euro. Quello delle cefalosporine (un potente battericida) da 3,9 euro a 27,5, mentre il Benazepril – un farmaco indicato per l’insufficienza cardiaca – è passato da 7,76 euro a 18,9. Si tratta naturalmente di costi relativi alle singole confezioni e non all’intera durata della terapia che può anche prolungarsi nel tempo e che in alcuni casi può essere prescritta per l’intera vita del paziente. «Condividiamo la necessità di garantire maggiore sicurezza ai pazienti animali – si legge nella petizione lanciata da Enpa – ma non comprendiamo il motivo per cui nel nostro Paese i farmaci veterinari abbiano costi così esorbitanti, che riteniamo ingiustificati». Per questo «chiediamo al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che venga resa obbligatoria la prescrizione medica del principio attivo dei farmaci, piuttosto che la specifica marca del medicinale, anche per quelli destinati all’uso animale”.
Prendersi cura di un animale non può essere più considerato un costoso privilegio: «Azzeriamo l’enorme differenza tra i prezzi dei prodotti veterinari ed il resto dei prodotti farmaceutici». Per firmare la petizione basta collegarsi al sito Change.org e aderire lasciando il proprio nome, cognome e il proprio indirizzo mail.