26 Ott 2009
di 
1 minuto di lettura
VARESE «Non è il primo episodio e certamente non mi lascia indifferente. Ho un compito da svolgere e cerco di concentrarmi sul lavoro. Non so se si tratti di ostilità gratuita o di tentativi di intimidazione o di altro ancora. Non c’è niente cui io possa ricondurre queste cose. Ho comunque la sensazione che non nascano dentro il Sant’Anna, dove da mesi percepisco soltanto un clima positivo da parte di tutte le componenti, orientato alla nascita del nuovo ospedale».
Andrea Mentasti, il manager varesino che dirige l’ospedale di Como, non ne parla volentieri. Ma ieri ha accettato di rilasciare, per il tramite dell’ufficio stampa dell’ospedale, un breve commento sul sabotaggio alla sua moto. Che poteva avere conseguenze molto gravi.
Il direttore generale del Sant’Anna non si nasconde e non minimizza, e chiarisce subito: «Non è il primo episodio». Forse il più grave, ma non il primo atto intimidatorio che subisce.
Le prime minacce sono datate ottobre 2008, esattamente un anno fa. All’inizio qualche telefonata in ufficio e un paio di lettere. Poi chiamate che lo hanno raggiunto anche a casa e che hanno toccato anche i familiari del manager del Sant’Anna. Avvertimenti e insulti coincisi con un inquietante incremento dei guasti agli ascensori dell’ospedale: ben 168 lo scorso anno, con un incremento del 13% rispetto all’anno prima. Poi, sul finire dell’inverno, agli inizi del 2009, i nemici di Mentasti se la sono presa con la sua auto, danneggiandola.
Da allora, complici forse i i numerosissimi atti di solidarietà e di stima giunti non solo dall’interno dell’ospedale, il clima sembra essersi rasserenato e i delinquenti che avevano preso di mira il direttore generale avevano rimesso nella fondina le penne con cui avevano riempito lettere minatorie e di insulti.
Nelle scorse settimane l’ennesimo, e decisamente più grave, episodio. Ancora una volta l’inchiesta è stata affidata alla digos, incaricata di identificare l’anonimo o gli anonimi attentatori.
e.marletta
© riproduzione riservata
