Il giallo del cestello: perché Bernard l’ha potuto aprire?

Tragedia al Sasso del Ferro di Laveno, aperto un fascicolo contro ignoti con l’accusa di omicidio colposo. Occhi puntati sull’efficacia del sistema di sicurezza

La verità sulla caduta avvenuta intorno alle 17.20 di sabato e costata la vita a , svizzero di 47 anni, è tutta racchiusa nel “cestello” della bidonvia del Sasso del Ferro sulla quale l’uomo stava insieme ad uno dei sei amici che erano in gita con lui. Ne sono convinti gli inquirenti tanto che il pubblico ministero , che coordina le indagini dei carabinieri della compagnia di Luino, ne ha immediatamente disposto il sequestro. Gli amici che con Bieler erano in gita sabato pomeriggio sono già stati tutti ascoltati. Così come gli altri testimoni che sabato pomeriggio hanno assistito alla caduta mortale all’altezza del pilone 13, quando il portello del cestello sul quale Bieler si trovava si è aperto, lasciando cadere lo svizzero per dieci metri nel vuoto.

La domanda è una soltanto: perchè quel portello si è aperto? Stando alle prime frammentarie informazioni pare che sia stato lo stesso quarantasettenne ad aprirsi la strada verso il vuoto. Ma è andata davvero così? Oppure il portello è stato chiuso male alla partenza? E ancora: il portello con la bidonvia in movimento non dovrebbe potersi aprire con facilità. C’è ovviamente un sistema di sicurezza per consentire il soccorso dei trasportati in caso di guasto,

ma non è affatto semplice da attuare. Funzionava tutto perfettamente? Oppure c’è stata negligenza da parte di qualcuno? Una disattenzione, oppure un guasto piccolo non segnalato a quella chiusura, o ancora una manutenzione non corretta che ha consentito l’apertura del portello e la conseguente caduta al suolo della vittima. Sono questi gli interrogativi ai quali l’autorità giudiziaria intende dare risposta attraverso una serie di perizie sul cestello stesso. Al momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti: l’ipotesi di reato per ora è quella di omicidio colposo.

Si è di fatto certamente trattato di un incidente, non certo di un gesto volontario da parte di qualcuno. Escluso il suicidio, la procura vuole vederci chiaro e capire se vi siano responsabilità da parte di terzi. Dall’ente al quale fa capo l’impianto, la Provincia di Varese, ai manutentori piuttosto che agli addetti al funzionamento del servizio di trasporto. È giallo, quello che ha portato alla morte del quarantasettenne, che sarà il cestello sul quale l’uomo si trovava a svelare. Resta inoltre da capire perchè lo svizzero si sia sporto sino a cadere. Ha perso l’equilibrio, si è spaventato, si è sporto per un gioco? La risposta arriverà dall’analisi delle testimonianze raccolte. E forse anche dall’autopsia: il pm oggi affiderà l’incarico al medico legale. Attraverso il quesito al perito la procura mira anche ad accertare anche se lo svizzero fosse in stato di alterazione, ad esempio da alcol, al momento dell’incidente.