Morì in cantiere a Gavirate: in tre davanti al giudice

Infortunio mortale sul lavoro: chieste pene sino a quattro anni per i tre imputati. Il gravissimo incidente si verificò il 24 marzo 2012 in un cantiere di viale Ticino, a Gavirate

– Un uomo di 48 anni,, capocarpentiere, è morto schiacciato mentre stava disarmando un muro di un box. Stando a quanto accertato dalle indagini il capocantiere era stato sepolto dal crollo della parete alta circa tre metri, pare mentre toglieva i puntelli. Per lui purtroppo non c’era stato nulla da fare: era molto sul colpo. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco che lo avevano estratto dalle macerie già cadavere.

Nel cantiere era intervenuti anche i carabinieri della stazione di Gavirate. L’area era stata messa sotto sequestro dall’autorità giudiziaria per consentire tutti gli accertamenti del caso. La procura aveva iscritto nel registro degli indagati il committente del lavoro, il titolare dell’impresa edile che stava eseguendo l’intervento e il responsabile della sicurezza nel cantiere.

Per tutti l’accusa è stata quella di omicidio colposo, come sempre in caso infortunio mortale. Rinviati a giudizio per i tre imputati il procedimento ieri si è avviato alle battute finali. Con un’udienza durata quasi quattro ore e mezza, il tribunale ha dato voce a tutte le parti in causa. All’accusa, che ha chiesto pene sino a un massimo di quattro anni, alle parti civili, che si sono ovviamente associate, alle difese. La tesi degli avvocati «è che l’operaio – spiega , difensore di uno degli imputati – fosse ebbro al momento dell’infortunio».
In sintesi per i difensori il capocantiere sarebbe responsabile dell’accaduto essendo arrivato ubriaco sul posto di lavoro. Per le difese l’errore sarebbe da imputare al solo capocantiere. Il 4 marzo attesa la sentenza.