«Palazzo Minoletti ospiti il fuori Expo dedicato al gusto»

Utilizzare Palazzo Minoletti per organizzare il fuori Expo. E trasformare la vecchia sede dell’Agenzia delle Entrate in un tempio del food. Ha i contorni della proposta choc quella di , docente alla Liuc e direttore del Cerst (Centro di ricerche per lo sviluppo del territorio). Ma soprattutto gallaratese e innamorato della propria città.

«So di dire una cosa che molti potranno considerare blasfema – ammette Serati – però noi stiamo andando verso Expo. Il tema della manifestazione è il cibo e proprio per questo Eataly ha investito a Milano in questo periodo». 

La catena della qualità alimentare di ha aperto all’interno del vecchio Teatro Smeraldo. Ora, «tre quarti dei visitatori dell’esposizione, essendo internazionali, arriveranno a Malpensa. E Gallarate si troverà sulla rotta verso questa celebrazione del food».

E dunque, così come il salone del mobile ha il suo fuorisalone, «perché non pensiamo ad un fuori Expo, trasformando Palazzo Minoletti in una sorta di Eataly in miniatura?». Ovvero in «un luogo in cui si mescolano eventi, esposizioni, commercializzazione, seminari e workshop dedicati al tema».

Declinandolo, però, «con una connotazione varesotto-gallaratese». Valorizzando cioè «quel po’ di ristorazione di alta gamma che abbiamo a Gallarate. Non dimentichiamo che abbiamo anche il tema del food design. E la cucina multietnica, visto che questa è ormai la realtà della città».

Ci sono poi i produttori locali da valorizzare. E questo non significa solo amaretti di Gallarate: «Il territorio è pieno di microbirrifici», tanto per fare un esempio. Insomma, «di temi che potrebbero essere valorizzati ce ne sono». L’importante è mantenere alta la qualità, in tutti i sensi.

«Non dobbiamo pensare di organizzare la sagra del salame. Però possiamo invitare il grande chef che per uno showcooking dedicato. E fargli usare i prodotti del salumificio Minoli», giusto per citare una delle eccellenze alimentari del territorio.

Ma è una proposta percorribile? «Con interventi non mostruosi, Palazzo Minoletti si può prestare – afferma Serati – potrebbe essere un buon modo di valorizzare l’edificio, di attrarre l’attenzione e proporsi in maniera intelligente come satellite di Milano». Cavalcando gli stessi temi dell’Expo: «Il food, il bio, il lifestyle».

«L’idea è quella di trovare degli sponsor che aiutino a restaurare l’edificio: dobbiamo coinvolgere rapidamente sia la giunta che un pool di imprenditori della filiera del food. Oltre alle università e alle associazioni di categoria».

La chiave, oltre che nelle risorse, sta nei tempi. «Questo progetto deve partire subito: certamente può stare in piedi anche dopo l’Expo, ma è importante sfruttare l’effetto traino dell’evento internazionale». Altrimenti sarà ancora più difficile realizzare questo progetto.

L’idea di trasformare Palazzo Minoletti in un tempio del food può rappresentare un’occasione di rilancio di tutta la città. E contribuire a darle un’identità precisa, allontanando il rischio che diventi una città dormitorio. Si tratta solo di avere il coraggio di abbracciare il cambiamento.

Meglio: «mettiamo Gallarate al centro, facciamoci abbracciare». Questa l’idea di Serati. E gli altri gallaratesi come rispondono?

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