Una borsa da 3.500€? Con un app, a casa vostra per 250

Un guardaroba infinito per ogni evenienza: da questa settimana anche a Varese. È “My Secret Dressing Room”, l’applicazione italiana che unisce “luxury fashion” e “sharing economy”. Ma i commercianti sono allarmati: «Sarà un “Uber” dell’abbigliamento? Iniziativa di nicchia, basta che non diventi una sorta di canale parallelo alla vendita».

Il sito internet che rivoluzionerà la vita delle “fashion-addicted” varesine è già attivo dallo scorso autunno sulla piazza di Milano, ma da questa settimana si è allargato a tutta una serie di altre città, tra cui Varese, ma anche Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Monza, Piacenza, Alessandria e Novara.

Oggi la piattaforma di noleggio di vestiti, scarpe, borse e accessori moda conta già più di mille prodotti, per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro, a disposizione di oltre tremila utenti iscritti, una vera e propria comunità che si scambia gli oggetti all’ultimo grido.

Come funziona? Provate a pensare al celebre film con Meryl Streep “Il diavolo veste Prada”, in cui le fashion-addicted newyorchesi rinunciavano a qualsiasi cosa ma non alla possibilità di farsi vedere con l’ultima borsa di alta moda nelle occasioni “glamour”. Per aggirare l’ostacolo dei prezzi inaccessibili delle boutique, la soluzione era noleggiare i “fashion item” per poter dare l’impressione di un guardaroba fornito per ogni evenienza.

È lo stesso principio di My Secret Dressing Room: ora questo “giochetto” che finora si vede solo nei film lo si potrà fare anche a Varese.

Gli oggetti, tutti rigorosamente di marca, si possono noleggiare per un weekend, da venerdì a domenica, oppure per una settimana, o ancora per un mese, a seconda delle esigenze.

I prezzi sono, tutto sommato, abbordabili, se pensiamo che una borsa da 3.500 euro di prezzo di listino può “venir via” a 250 euro per sette giorni.

L’ideale per cerimonie e occasioni speciali. Il servizio costa appena nove euro e 90 per il trasporto, andata e ritorno, degli oggetti, che verranno recapitati e recuperati direttamente al proprio domicilio, ora anche a Varese.

I primi ad essere allarmati sono i commercianti del settore, che si chiedono se dietro a MySDRoom non possa celarsi una sorta di “Uber” dell’abbigliamento. Come l’app più osteggiata dai taxisti milanesi, così il sito per gli oggetti alla moda potrebbe fare concorrenza ai negozi del settore.

«Presumo che si rivolgerà a nicchie di mercato molto particolari, perché si tratta pur sempre di capi usati che vengono scambiati, a differenza del mercato dei capi usati che vengono ceduti, già diffuso – sottolinea , presidente di Uniascom Varese – anche se è un’iniziativa appena partita, quindi forse è ancora presto per giudicarla, non credo che possa avere una grandissima diffusione, tale da fare concorrenza al mondo del commercio tradizionale. Andrà a rivolgersi a una nicchia, limitata a certi marchi. Ma stiamo attenti che non finisca per alimentare un canale parallelo di distribuzione».

Il timore del numero uno della Confcommercio varesina è che – analogamente a quel che è successo con l’app Uber, che ha alimentato forme di concorrenza irregolare nei confronti dei tassisti che esercitano la professione con tutti i crismi di legge – questa iniziativa possa finire per «tramutarsi in una forma di aggiramento della vendita, fatto che non sarebbe trascurabile».

Angelucci accenna al rischio di «un canale parallelo» e chiede che «si faccia attenzione», per evitare di innescare un meccanismo di concorrenza sleale nei confronti dei negozi di abbigliamento che, sempre più a fatica, cercano di resistere alla crisi che si abbatte sui consumi.

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